“Servizi mensa allo sbando e salute dei bambini minacciata: da consigliere regionale e da cittadino sono indignato per quanto sta accadendo in provincia di Lecce, e come mia consuetudine alla denuncia faccio seguire proposte concrete.” lo dichiara il consigliere regionale M5S Cristian Casili. Il consigliere salentino, tra le diverse situazioni ad oggi sotto la lente di Asl, Nas e magistratura, punta il dito in particolare contro la filiera troppo industrializzata di cibi che finiscono in luoghi sensibili come scuole e ospedali.

 

“Questo – specifica il vicepresidente della Commissione Ambiente – senza voler minimamente generalizzare accusando senza distinzione le aziende che si occupano con serietà di tali servizi; non si può però eludere il tema della necessità che una simile filiera debba essere esclusivamente orientata a controllare su vasta scala qualità del cibo e standard igienici. È inammissibile che nel concetto di “catena industriale” entri la categoria del cibo dozzinale di realtà interessate solo ad un profitto guadagnato sulla pelle dei più piccoli, che potrebbero rappresentare una minaccia per i bambini.”

Entrando nel merito della “diagnosi” del problema Casili evidenzia come il criterio del “massimo ribasso” finora adottato nelle gare d’appalto per l’aggiudicazione dei servizi di refezione scolastica non abbia garantito né adeguati standard di sicurezza igienico-sanitaria dei centri di cottura né l’acquisto di derrate alimentari di qualità.

Oggi, infatti, la normativa prevista dal nuovo codice degli appalti per le gare impone il ricorso alla valutazione mediante offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo per non far prevalere logiche di convenienza finanziaria su quelle prioritarie della salute.

Una procedura che porta dunque a privilegiare parametri di qualità come: le caratteristiche dei locali di lavorazione, e in particolare del centro di cottura, dei depositi, dei sistemi di preparazione e conservazione; la qualità dei generi alimentari e in particolare prodotti biologici che posseggano anche attestazioni di tipicità; la qualità delle procedure impiegate per la sanificazione con l’indicazione dei prodotti impiegati e la periodicità degli interventi.

“Nel dettaglio delle proposte che avanzo – incalza Casili – chiederò agli organi competenti verifiche accurate nei centri di cottura e procederò nei prossimi giorni alla presentazione di un emendamento alla legge regionale vigente (n. 43/12) per incentivare l’utilizzo di prodotti agricoli biologici ed a km zero, nella preparazione dei pasti; q

uesto in conformità alle disposizioni nazionali del d.l. 104/13 che prescrive una adeguata quota di prodotti agricoli, ittici e agroalimentari provenienti da sistemi di filiera corta e biologica e di qualità, nonché l’attribuzione di un punteggio per le offerte di servizi e forniture allineati ai dettami della “dieta mediterranea”.

I Comuni e gli istituti scolastici –conclude – valutino infine la possibilità di istituire comitati mensa composti dai genitori e dagli insegnanti con l’obiettivo di effettuare un migliore controllo delle procedure di somministrazione dei pasti.”