Il problema dello sversamento delle acque reflue di Nardò e Porto Cesareo sta diventando un vero e proprio dialogo tra sordi. Dialogo che da tempo complica i rapporti fra le due comunità complici testardi l’AQP e la Regione Puglia.

Le istituzioni che si danno battaglia al momento sulla soluzione del problema sono: IL Comune di Porto Cesareo, Il Comune di Nardò, la Regione Puglia con l’Acquedotto pugliese.

Tema dello scontro: il collettamento dei reflui fognari di Porto Cesareo, progettati dall’AQP su incarico della Regione Puglia, in quelli di Nardò tramite una condotta sottomarina da realizzare a Torre Inserraglio.

 

La comunità di Porto Cesareo, dal suo punto di vista , giustamente reclama la realizzazione di una rete fognaria, promessa da anni dalla Regione Puglia, al momento inesistente o quasi, onde risolvere la pericolosa situazione annosa che sta trasformando il territorio in una vera e propria bomba ecologica il cui deflagro investirà non solo Porto Cesareo ma tutto il territorio circostante, mare compreso.

 

Porto Cesareo al momento non ha un depuratore perché vandalizzato e comunque sotto esame giudiziario del TAR- Lecce per l’opposizione proposta dai proprietari del terreno.

 

La Regione Puglia e per essa l’AQP ha proposto un progetto che prevede un devastante tragitto costiero fino a incontrarsi, collettandosi, con la fogna neritina che attualmente sversa in battigia a Torre Inserraglio.

 

L’attraversamento del territorio neritino costiero rappresenta per la Comunità di Nardò un grosso problema culturale, ambientale, turistico, faunistico marino, archeologico e botanico perché ricco di reperti archeologici, di fiumi sotterranei, di possibili “spunnulate”, di specie marine, di sicure alterazioni dell’ecosistema marino.

 

Il Consiglio comunale di Nardò, fortemente preoccupato per le inevitabili alterazioni, terrestri e marine, si è pronunciato all’unanimità contro la realizzazione del progetto indicando alternative quali: una condotta autonoma per i due comuni e da ultimo, quasi asso vincente tratto dalla manica, lo sversamento dei reflui fognari nel canale ASSO, dove già sversano 45 Comuni dell’entroterra salentino a Tab. 2.

 

Nella discussione del problema sono intervenuti a vario titolo il Centro Studi “don Milani”, le Associazioni ambientaliste neritine, le Commissioni consiliari e da ultimo la Consulta dell’ambiente.

 

Le proposte nel tempo diversificate alla fine si sono ridotte a due: una che prevede la realizzazione di un sistema duale di acqua potabile e acqua depurata da utilizzare, oltre Tab. 4 tramite appositi moduli di affinamento, in agricoltura, nel lavaggio delle strade, negli incendi, nelle officine, nei bagni pubblici ecc. ecc.; l’altra condivisa e deliberata dall’Amministrazione Comunale di far sversare i reflui depurati Tab. 4 nel torrente ASSO.

 

Il Centro studi “don Milani” contrario da sempre alla condotta sottomarina, al percorso costiero proposto, allo spreco dell’acqua e allo sversamento nell’ASSO, da tempo ha fatto sapere, riportando le considerazioni di un dirigente della Regione Puglia, che l’Asso non può continuare essere recapito di reflui fognari, né può essere ulteriormente appesantito da quelli neritini anche se depurati con Tab. 4, poiché necessita invece di bonifica e di ritorno ad “alveo naturale” delle acque meteoriche, che dal basso Salento giungono nelle Vore carsiche di Parlatano (Colucce), Manieri 1 e 2 e Olivari..

 

Il canale ASSO, peraltro, continuando a ricevere reflui dai 5 depuratori , spesso non controllati per difetto occasionale di funzionamento, per ritardi o scarso controllo, sta trasformandosi in un pericoloso veicolo di inquinamento delle acque sotterranee.

 

E’ tempo invece di bonificarlo, di ripulirlo e di trovare altra alternativa ai 5 depuratori restituendo il canale al suo naturale uso di scolo delle sole acque meteoriche.

 

Giunge notizia che la Regione Puglia abbia espresso alla delegazione comunale, interessata alla soluzione del problema, parere negativo allo sversamento nel torrente ASSO dei reflui fognari depurati di Nardò e che l’AQP imperterrita continua a voler realizzare il proprio progetto.

 

Sin qui la cronaca ufficiosa , ora attendiamo gli esiti ufficiali per comprendere i propositi e le azioni che l’Amministrazione comunale intende intraprendere e in primis quelli dell’assessore all’ambiente e alla cultura.

 

Riteniamo l’unica strada percorribile, dal momento che i fondi a disposizione ci sono, quella proposta dal Centro studi “don Milani”, quella cioè di realizzare un sistema duale (potabile e non potabile) coinvolgendo nella gestione del progetto il Consorzio della Bonifica dell’Arneo, la Regione Puglia, l’ARIF. L’AQP, l’ARPA, la ASL Lecce, la Provincia, i due Comuni di Nardò e Porto Cesareo e quelli limitrofi.

 

E’ un’idea per il futuro, un progetto di civiltà che può concretamente salvare il mare, il canale Asso, lo spreco dell’acqua stessa, la falda acquifera, il paesaggio, la naturalità e l’ambiente.

 

Nardò, 18 gennaio 2015

 

IL COORDINATORE               IL PRESIDENTE

Paolo MARZANO                    Giovanni PERO’