I cordoni dunari rappresentano per la Puglia e in special modo per alcune aree costiere il principale bene paesaggistico eco-sistemico da assoggettare a tutela, da conservare “senza se e senza ma”, da non alterare, anche con la fornitura e posa in opera di “reversibili” passerelle comunque invasive: un patrimonio paesaggistico-ambientale d’inestimabile valore di cui prendersi cura.

Le dune costiere, lente nella loro geologica formazione, hanno generato paesaggi storicamente modellati dalla Natura, caratterizzati da una serrata dialettica fra entroterra retrodunale e rurale, resistendo con le loro masse di terra-sabbia, macchia mediterranea e Poseidonia alle azioni erosive del mare. Si pensi, ad esempio, alla distesa di dune che si stagliano da Rosa Marina al Pilone e a Torre Canne fra Ostuni e Fasano, o la marina della chora tarantina (Torricella, Maruggio, etc.) e di San Pietro in Bevagna a Manduria con le sue colline di sabbia bianca.

Italia Nostra Puglia non condivide la modifica del testo di legge, sia nel merito che nel metodo e la definisce inopportuna, non garante della tutela del bene paesaggistico stesso. Tale modifica è stata compiuta in modo sottaciuto, non condiviso con la Società Civile e, cosa ancora più grave, per nulla considerando le reali e articolate esigenze di tutela e di conservazione che un bene paesaggistico pubblico come i cordoni dunari manifestano.

La giustifica addotta dall’assessore Raffaele Piemontese è che il privato imprenditore compirà “manutenzione” delle dune meglio e di più di quanto non riescano a fare gli Enti Pubblici (Parchi regionali e Nazionali in loco, Comuni etc.). Italia Nostra, osservatrice privilegiata in molte capillari realtà pugliesi e nazionali, alla luce dei continui abusi che negli anni ha rilevato e continua a segnalare lungo le coste regionali da parte di privati, ritiene poco credibile e insostenibile tale motivazione, regressiva e aggressiva nei confronti della tutela di un bene paesaggistico prezioso e comune.