Noi salentini, per intenderci che vivono 12 mesi l’anno su questo quasi – dopo tutto la perfezione non esiste- meraviglioso territorio, rimandiamo al mittente la provocazione divertente del giornalista de: IL Foglio, Camillo Langone dal titolo: L’immagine della Puglia traballa? Una soluzione. Langone sostiene la teoria dell’abbattimento delle statue dell’Arcuri, Porto Cesareo, e di Lucio Battisti (Torre Squillace. marina di Nardò), definite : “orribile” la prima e “agghiacciante” la seconda. Tutto questo “polverone” a difesa di quella bellezza paesaggistica utile a risollevare l’interesse turistico a fronte delle lacune di infrastrutture mal tenute e del controllo del territorio che comportano dispendio di denari per la collettività e latitanza della domanda, turistica dove prezzi “onerosi” non corrispondono servizi adeguati.

Un articolo che diverte soprattutto per quella particolare “superficialità” che ostenta con evidente maestria nel non conoscere il territorio e la sua ospitalità. La conoscenza della storia di questo Salento debitamente documentata avrebbe partorito, forse, meno aggettivi ingenerosi. Ma noi per nostra natura siamo generosi e documentati. Abusivismo edilizio negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso condonato alla faccia del piano regolatore locale, se esistente, regionale ect.; Piani regolatori che si spostavano e si rimodulavano a secondo delle correnti politiche a beneficio di chi ha saputo tranne profitto a buon mercato.

Passato costellato da pessime amministrazioni con miopi visioni d’insieme; inquinamento ambientale con discariche disseminate in tutta la Puglia dove si è interrato di tutto e di più con nefaste conseguenze del territorio e delle sue genti, tanto da detenere un triste primato in fatto di neoplasie e affini. Ovviamente non sono mancate le indignazioni e la democrazia partecipativa di sparuti cittadini. Sono seguite, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, le “battaglie” ambientali imbastite da coraggiosi salentini. Proprio a Porto Cesareo e Nardò l’istituzione di riserve e parchi ha permesso, dopo aver remato contro infimi interessi di lottizzazioni, di preservare proprio quella bellezza rimasta e pronta ad essere forza motrice in fatto di offerta turistica.

Non si può celare sotto un ipotetico campanilismo che occorre fare di più in fatto di infrastrutture ma pur vero che necessita questo territorio di uomini e donne coraggiose che sappiano amministrare e, soprattutto, avere il dono di una visione a medio e lungo termine di cosa si possa fare per rendere bello assai e papabile per il turista il Salento. Un esempio per tutti è il primo cittadino neritino, avv.Pippi Mellone classe 1984, al suo secondo mandato da amministratore di una città con un territorio vasto, 192 kmq, 23 km di costa.

Mellone pragmatico che ha dato dignità abbattendo incompiute, ex palazzo di città realizzando al suo posto un parco attrezzato; come dignità per i braccianti agricoli in trasferta con la nota questione del caporalato e della masseria Boncuri agli onori della cronaca nazionale. Piste ciclabili, lungo mare e opere di riqualificazioni di ruderi buoni per future promesse elettorali di una politica pressapochista antagonista a Mellone.

Non crediamo di prendere lezioni da sign. Legione sotto forma di suggerimenti ma vorremo invitarlo a trascorrere un soggiorno “culturale” nel Salento per rendersi conto che l’abbattimento di due statue non è la soluzione di un problema ma occorre saper vedere dove si annida il problema e poi confrontarsi senza vizi di forma.