Le foto raccontano, come al solito, verità disarmanti che ridimensionano sforzi profusi per una manciata di consensi da acchiappare facile, facile da una platea mediatica che delle caccole da di porto è assai ghiotta.
Il giardino della memoria a Santa Maria al bagno e le diatribe più o meno semiserie innescate sino ad arrivare nelle aule di tribunale, può annoverarsi ad uno degli espedienti mal riusciti per colpire con un manico di zappa coscienze degne di una puntata di Riva Ombrosa.
A quanto pare la futura struttura per approdo di idrovolanti è l’ennesima onta, secondo il verbo dei detrattori di Mellone, a danno di un luogo deputato al ricordo delle vittime dell’olocausto e della storia che questo territorio ha raccontato con i fatti ( dal 1943 al 1947 ) per spirito di altruismo e umanità tanto da meritarsi nel 2005 il più alto riconoscimento della Repubblica Democratica Italia: La medaglia d’oro al merito civile. Non poca cosa insomma!
Mellone e Co. rei , secondo loro, di violare un luogo sacro con un opera discutibile. Per quanto riguarda l’opera discutibile occorre leggersi Mauro Ragosta ” Dove va l’economia Leccese “(ed.l’officina delle parole) per dubitare seriamente visto che un professore universitario ( UniSalento) ci spiega cos’è il nostro territorio e dove andrà per i prossimi vent’anni in fatto di turismo e relativi indotti.
A ragione della sua documentazione aspettarsi che il turismo low cost ,più bisognoso di strutture di mobilità a basso costo, si possa convertire occorre molto di più che uno scalo di idrovolanti e non basta tanta fervida immaginazione, ovviamente.
Ma ritorniamo alle prospettive.
Nel gioco del calcio il regista o numero 10 la sua bravura risiede oltre a conoscere gli schemi tattici della sua rosa di giocatori, nel saper vedere con uno straordinario colpo d’occhio l’insieme del gioco o meglio nella prospettiva d’insieme per innescare un’azione, potenzialmente, vincente.
Una grande differenza; l’occhio non solo vede il particolare ma spazia nell’insieme. Non solo una recinzione, quindi, ma tutto l’insieme dove la recinzione è presente.
Si scopre che il giardino della memoria ha solo “perso” una striscia quasi pari un terzo del totale del suo effettivo perimetro.
I dubbi al netto dell’acido lattico arrivato alle ginocchia si materializza. Quindi tanto rumore per nulla?
Giusto per chiudere. Il museo della memoria a pochi passi dove sono custoditi i noti murales recuperati e fruibili è deputato ad alimentare la memoria tangibile del legame indissolubile con il nostro passato unico e irripetibile;
è lo strumento che più di ogni cosa rappresenta lo spirito di altruismo a futura memoria e rappresenta, soprattutto, questa comunità al netto dei tuttologi del tanto al chilo , ovviamente