Rilevanti sviluppi nell’indagine sulla rapina sfociata in omicidio avvenuta ieri sera a Lequile, in provincia di Lecce e che è costata la vita a Caramuscio Giovanni, un ex direttore di banca in pensione, sessantanovenne, mentre prelevava ad uno sportello bancomat.

Uno dei due malviventi, quello che ha sparato alla vittima con una Beretta, calibro 9 corto, con matricola abrasa (la stessa rinvenuta successivamente all’interno della sua abitazione dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Lecce), nel pomeriggio odierno è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura della Repubblica di Lecce, a firma del dott. Alberto Santacatterina.

Si tratta di un trentunenne albanese, che dovrà rispondere, in concorso con altro soggetto in corso di identificazione, per il reato di omicidio.

La cronaca:

Alle ore 23:00 del 16 luglio 2021 giungeva sul numero di emergenza 112 del Comando provinciale CC di Lecce la segnalazione di una sparatoria a Lequile avvenuta nei pressi del “banco di Napoli”. 

I Carabinieri, raggiunto immediatamente il luogo indicato, non potevano fare altro che constatare la presenza, riverso sull’asfalto oramai esanime del pensionato raggiunto mortalmente poco prima da due colpi d’arma da fuoco. 

Le indagini affidate al nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale e della compagnia di Lecce, finalizzate a ricostruire la dinamica dei fatti e individuare i responsabili dell’azione delittuosa, prendevano le mosse da un testimone che raccontava di aver notato un soggetto, dirigersi, poco dopo i fatti, verso un pozzo ubicato nei pressi proprio di quell’istituto di credito con in mano una busta di plastica e di averlo rivisto poco dopo ritornare a mani vuote.

La preziosa testimonianza consentiva agli investigatori dell’arma di rinvenire all’interno del pozzo indicato proprio un sacchetto contenente una serie di indumenti che sono risultati essere, dal confronto con le immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisiti in loco, quelli utilizzati nel corso della rapina tragicamente conclusasi.

Il terreno nel quale è situato il pozzo in esame è prospiciente all’abitazione del’indagato. Proprio presso quell’abitazione gli inquirenti, notte tempo, si sono indirizzati ed hanno trovato l’indagato, poco dopo la commissione del delitto, in evidente stato di agitazione, a petto nudo, bagnato e vestito con bermuda.

Ma non solo, presso quell’abitazione veniva recuperata anche la maglietta che lo stesso indossava nel momento di compiere il delitto, dalla quale aveva già provveduto a tagliare il logo che aveva impresso sul petto con il chiaro intento di impedirne un eventuale successiva identificazione.

Sempre presso quell’abitazione gli uomini dell’arma trovavano la pistola che aveva sparato e che il presunto autore aveva tentato di occultare all’interno di una pianta ornamentale.

L’indagato al termine delle formalità di rito è stato accompagnato presso la casa circondariale di Lecce in attesa della convalida del fermo da parte del gip del tribunale di Lecce.

Le indagini proseguono per identificare il complice.