Quattro candidati al Consiglio comunale neritino non riconoscono la propria firma come autentica e sporgono querela alla procura della Repubblica di Lecce. ‘Quelle firme non sono nostre’, a Nardò un consigliere e 3 candidati gettano un’ombra sull’elezione del sindaco Mellone: “Voto del 2016 a rischio di nullità” (  da Repubblica.it edizione 4 marzo 2021) .
 

L’appropinquarsi delle “idi” di marzo sembra riportare alla luce, per taluni, la voglia di <<brutalizzare>> la scena politica a ridosso del voto, per quanto prorogato. In “zona (c)esarini”, personaggi senza nessun “peso” politico, cercano la “ribalta” mediatica, grazie alla sponda del “solito inchiostro, pardon solita tastiera” , i nostri tre protagonisti vogliono trasformarsi da <<bruti>> in <<liberati>> e apparire novelli “cantori di legalità”, giacché un omaggio a Sanremo.

Tante le domande da porci, però. Come mai così tardi? È noto, infatti, che lo “scoppio ritardato” genera meno spavento di uno “scoppio istantaneo” o succedaneo al verificarsi delle circostanze. Ora il disconoscimento di firma tardivo, per come è stato raccontato dal <<tastierista, ex pennivendolo dell’ancien régime>>, sembra far cadere dal pero i tre “salvatori della patria”, quasi spaventati dalla discoperta improvvisa.

Peccato, però, che l’iter procedurale preveda l’obbligo di presentazione di moduli sottoscritti da ciascun candidato e la cui firma viene autenticata dal “pubblico ufficiale”, a tal fine, incaricato. Ora senza recuperare l’adagio sul peccato di Andreotti, rientra tra le possibilità che i tre eroi abbiano apposto delle firme senza curarsene troppo, (quindi dimenticando di aver siglato in modo diverso dall’ordinario; in quel momento, presi da affetto sincero, perso sulla strada delle poltrone o poltroncine che, poi, sono mancate.

Non vogliamo commettere peccato e, quindi, pensar male, ma forse un tantino di odio per il sindaco neretino attuale alberga in queste anime pie. E l’odio acceca e spesso i fendenti colpiscono i prossimi più che i lontani. Così come l’importante riunione d’urgenza convocata da <<Italia Viva>> ha il sapore di un “seminario di studi” per un movimento, che di tradimenti e “sereni accoltellamenti” a partire dal suo leader Renzi ne capisce parecchio; tuttavia, l’ex onorevole neretino saprà, certamente, che a Nardò e per Nardò mancano i draghi e restano i risibili .

La replica del sindaco Mellone in data odierna : 

Mellone : “Il consigliere Paolo Arturo Maccagnano, dopo 5 anni, si è reso conto di essere stato candidato ed eletto a sua insaputa (Scaiola, al suo cospetto, è un dilettante). Casualmente giusto dopo essere uscito dalla maggioranza ed essere stato trombato dalla presidenza dell’Asi (per cui era incompatibile).
L’unica cosa falsa in questa città è l’opposizione. Provvederò a querelare questi 4 calunniatori.
È l’ultima arma di una opposizione morente che, come Trump, si è ridotta a pretendere di poter ribaltare l’esito del voto democratico. L’ex presidente degli Stati Uniti almeno lo ha fatto immediatamente, a urne praticamente aperte. Questi, con calma, dopo 5 anni.”

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‘Quelle firme non sono nostre’, a Nardò un consigliere e 3 candidati gettano un’ombra sull’elezione del sindaco Mellone: “Voto del 2016 a rischio di nullità” – la Repubblica