AGI – L’Associazione nazionale presidi della Puglia boccia l’ordinanza del presidente della Giunta Regionale, Michele Emiliano, che “limita quasi fino ad annullarla l’attività didattica in presenza delle scuole di ogni ordine e grado (infanzia esclusa), sulla base di una non dimostrata relazione che intercorrerebbe fra l’esercizio di una tale attività e il preoccupante aumento dei contagi da Covid-19 nella nostra regione”.
I presidi in un documento sottolineano che l’aumento dei contagi “è invece sensibilmente correlato, come lo stesso Presidente Emiliano aveva già riconosciuto nel motivare le due precedenti ordinanze nn. 307 e 399, al ‘notevole aumento dell’utilizzo dei mezzi pubblici registrato in concomitanza della riapertura delle scuole‘; ad una causa, cioè, esterna alle attività scolastiche”.
“Da questo utilizzo dei mezzi pubblici – proseguono i presidi – deriva un aumento del rischio di contagio a causa degli assembramenti di utenti (studenti delle superiori, soprattutto, lavoratori e cittadini) che si verificano nelle ore di punta del servizio di trasporto pubblico; rischio che va ad aggiungersi ad altri dello stesso tipo a seguito della frequentazione, da parte degli studenti, di altri luoghi esterni alle scuole in orario non di lezione”.
“Il rischio legato all’utilizzo dei mezzi pubblici era facilmente prevedibile – fa notare l’Anp Puglia – tanto che se ne era discusso anche al tavolo regionale da luglio in poi in vista della riapertura delle scuole”.
“Tutti coloro che se ne sono occupati hanno giustamente sostenuto che si dovesse realizzare un robusto incremento delle corse per diminuire l’affollamento, ma nulla o quasi è stato fatto in questa direzione da Regione e Province, nonostante i dati sull’entità e le modalità dell’utilizzo del trasporto pubblico locale da parte degli studenti fossero noti da tempo”.
I dirigenti scolastici ricordano che “anche il Governo aveva riconosciuto questo problema come attuale e produttivo di rischio: infatti l’ultimo DPCM del 24 ottobre, attualmente in vigore in tutto il Paese, ha disposto l’obbligo della didattica digitale integrata per almeno il 75% delle attività didattiche delle scuole superiori, lasciando in presenza tutti gli alunni del primo ciclo, la cui mobilità per recarsi a scuola impatta notevolmente di meno (o quasi per nulla, per talune fasce di eta’) sull’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, rispetto a quella degli studenti del secondo ciclo.
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