Teodoro Pellegrino è stato certamente uno tra i più importanti studiosi e conoscitori della storia e della cultura del Salento e della nostra città. Nato a Brindisi nel 1908, morì a Lecce nel 1985. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università di Bari, per trentotto anni ricoprì l’incarico di Direttore della Biblioteca di Lecce (dal 1935 al 1973). Fu uno degli ispiratori per la creazione di un’Accademia di Belle Arti (inaugurata nel 1960) ed è da considerarsi tra i padri dell’Università di Lecce, alla cui nascita dedicò innumerevoli iniziative e sollecitazioni. Nel 2001, proprio a lui è stata intitolata la Biblioteca Interfacoltà dell’Università del Salento.
La nostra Università, nata nel 1955, già undici anni prima aveva visto Teodoro Pellegrino quale ideatore, padre e protagonista d’iniziative tese a sollecitare la nascita di un moderno ateneo proprio in Terra d’Otranto, con sede a Lecce, già nel ‘700 “patria di educatori e di maestri dell’attività universitaria”.
Nel 1995, a Teodoro Pellegrino è stata intitolata anche la sala-conferenze della vecchia sede della Biblioteca Provinciale di Lecce, presso il Collegio Argento. A lui si devono anche l’ideazione e la creazione delle “Celebrazioni Salentine”, che, istituite nel 1952, possono considerarsi come la premessa della fondazione dell’Università (maggio 1955: istituzione della Facoltà di Magistero). La Biblioteca Provinciale “N. Bernardini”, la “sua” biblioteca, fino alla nascita dell’Università, fu, di fatto, il centro culturale più importante del territorio salentino.
Teodoro Pellegrino, proprio nell’intento di raggiugere l’obiettivo della creazione dell’Università di Lecce, pensò di istituire un premio letterario: preparò un programma di manifestazioni che sottopose all’Amministrazione Provinciale (in particolare, al Presidente, Luigi Martino Caroli, e all’assessore alla P.I., Vittorio Aymone): il tutto mirava all’istituzione dell’Università, attraverso una manifestazione culturale importante e coinvolgente.
Le “Celebrazioni Salentine”, nel corso di un mese, nelle intenzioni di Pellegrino, avrebbero potuto richiamare studiosi illustri, che avrebbero percorso la cultura salentina dalla preistoria ai giorni nostri: il tutto sarebbe, poi, stato sancito dal “Premio Salento”, da tenersi annualmente, suddiviso nelle sezioni di narrativa, poesia, saggistica e giornalismo. Pellegrino, con notevole insistenza, sollecitò il coinvolgimento nell’iniziativa da parte dell’Amministrazione Provinciale, trovando particolare accoglienza nella figura del presidente, l’avv. Luigi Martino Caroli.
Fu proprio Caroli, convinto della fattibilità del programma, a elaborare la strategia per aggirare, da un lato, l’avversione degli ambienti politici e universitari baresi, e, dall’altro, l’ostilità ministeriale verso la possibile istituzione di nuove università. Teodoro Pellegrino fu, quindi, immediatamente nominato direttore delle “Celebrazioni”, che si aprirono il 1° ottobre del 1952; l‘inaugurazione si svolse alla presenza dell’on. Giuseppe Codacci Pisanelli, che, nel suo discorso, dichiarò esplicitamente: “Tra gli scopi delle Celebrazioni Salentine vi è, dunque, anche un sogno, quello dell’Università salentina”.
Il discorso di chiusura, invece, fu tenuto, il 31 ottobre 1952, dalla scrittrice Maria Bellonci, che annunciò l’istituzione del “Premio Salento”. Il secondo ciclo delle “Celebrazioni” si tenne dal 4 al 31 ottobre dell’anno successivo: chiuse da un discorso del senatore Michele De Pietro, compresero anche il conferimento del “Premio Salento” (un milione di lire) a Carlo Bernari, per il suo libro “Vesuvio e pane”, e un premio speciale alla scrittrice Livia De Stefani (duecentomila lire) per la sua opera “La vigna di uva nera”.
Un altro premio do 500 mila lire fu assegnato a Mario Manieri Elia e a Maurizio Calvesi, autori del volume “Il Barocco in Terra d’Otranto”. Le “Celebrazioni” non proseguirono negli anni seguenti, ma Teodoro Pellegrino aveva, di fatto, posto le basi per la costituzione dell’università salentina. Nell’estate del 1955 fu costituito il Consorzio Provinciale Universitario Salentino: ne facevano parte la Provincia, la Camera di Commercio e alcuni Comuni del territorio.
Aule e uffici trovarono sistemazione nel complesso ex-G.I.L., accanto a Porta Napoli: l’Amministrazione Provinciale ne trasferì la proprietà alla nascente Università. Il primo anno accademico fu stabilito che fosse il 1955/56, con la Facoltà di Magistero: fu inaugurato il 25 novembre 1955, con un discorso del prof. Giovanni Calò dell’Università di Firenze. Il sogno di Teodoro Pellegrino era divenuto realtà!
Pellegrino aveva avuto una visione anticipatrice rispetto ai tempi e alla mentalità a lui contemporanea: la sua intuizione, però, aveva avuto successo. Delle “Celebrazioni Salentine” restano le testimonianze dei tre volumi da lui curati, pubblicati nel 1954.
Orgogliosamente laico, ebbe anche una significativa esperienza politica, diventando segretario della locale sezione del Partito Repubblicano, nonché direttore del giornale “La frusta repubblicana”; da spirito libero dalla mentalità aperta, non disdegnò le collaborazioni con testate di ispirazione cattolica, quali “Il Popolo del Salento” e “L’Ora del Salento”. Il suo intento era di essere costantemente presente nella quotidianità della vita cittadina, per offrire alla comunità il suo contributo in un periodo di grandi mutamenti sociali, quale fu quello degli anni Cinquanta e Sessanta.
All’interno della Biblioteca “N. Bernardini” di Lecce, una delle “eredità” tangibili di Teodoro Pellegrino è certamente l’Emeroteca Storica Salentina, che, sotto la sua direzione, acquisì ancora maggiore importanza, arricchendo ulteriormente il suo patrimonio. Pellegrino, giornalista egli stesso, nutrì una sensibilità particolare verso tutte le realtà pubblicistiche locali, piccole e grandi, provvedendo spesso personalmente a curarne le raccolte.
Oggi, l’Emeroteca Storica Salentina torna nuovamente fruibile per gli studiosi e appassionati locali: dopo il trasferimento dalla vecchia sede del Collegio Argento, l’ingente raccolta di giornali è ora ospitata da un ampio locale al primo piano del complesso del Convitto Palmieri. Sarà necessario un lungo e meticoloso lavoro di riordinamento e inventariazione dell’intero materiale; grazie, però, alla “memoria storica” di Gabriele De Blasi, bibliotecario della “Bernardini” da quasi trent’anni, la fruizione è, comunque, possibile, pur con le limitazioni imposte dalle attuali procedure per la prevenzione dei rischi pandemici.
“E’ molto importante che questo vero e proprio ‘tesoro di cultura e storia’ possa tornare disponibile all’interesse e anche alla semplice curiosità dei cittadini”, afferma Gabriele De Blasi. “La nostra Biblioteca, con, al suo interno, la ricchissima Emeroteca, costituisce la ‘memoria storica’ della nostra comunità: un patrimonio unico che merita di essere conosciuto e sempre più valorizzato: anche per rendere omaggio a figure come quella di Teodoro Pellegrino, il quale ha dedicato l’intera sua vita alla crescita sociale e culturale della sua città”.