Nardò,27 marzo_ In un momento, in cui la parola “maschera” è abusata, anche a causa del difficilissimo momento sanitario che la Pandemia Covid-19 ha costretto tutti noi, un cartello <<sinistro>> (nominalmente di sinistra) ha pensato di fare una cosa ardita di questi tempi: gettare la maschera, appunto, per scoprire il volto: classista, rancoroso ed elitario di un’aspirante classe dirigente, che, per la verità, non perde occasione per confermarsi inadeguata ed asimmetrica rispetto alle esigenze, problemi ed interessi di quel popolo che aspirano a voler rappresentare, nonostante da tempo l’hanno perso .
Per la verità, nel trust di sinistri cervelli, ci sembra di leggere più sigle per lo più vuote, come insegne di “negozi” chiusi per un inventario senza fine; Generali e Colonnelli senza truppe alla ricerca di fasti del passato, che non tornano più.
Nardò sembra avvinta dal paradosso di Epimenide: per cui se «tutti i Cretesi sono bugiardi», non esistono verità, ma solo parvenze, verosimiglianze, finzioni.

Si iscrive a pieno titolo nel paradosso citato il lavorìo dei soliti noti, ça va sans dire, web phamplet, blogblasonati o ritenuti tali della nostra Nardò di far apparire ogni iniziativa, atto, provvedimento, dichiarazione, post, provenienti dall’odiata ditta dei Mellone&Co,ontologicamente e tecnicamente sbagliati, antidemocratici e volgari.
Non ce ne voglia il Dottore Lucio Tarricone, ma la difesa <<spintanea>>, perché mossa più che da spirito solidaristico, da bieco opportunismo di approfittare di un presunto passo falso del nemico da abbattere, di questi leader di cartone, di una sinistra che a Nardò ha, da tempo, smarrito identità, visione e prospettiva, più che renderle giustizia l’ha resa, suo malgrado protagonista di un pericoloso scambio di ruoli, un revirement pericolosissimo.
Le <<supposte semantiche>> dei vari comunicati, thread, post e commenti dei suoi amici caro Dottore tradiscono una visione del mondo, che è esattamente il contrario di ciò che a parole si dice di voler rappresentare; questi compagni, da salotto Ikea, ci tengono a difendere la sua posizione sociale, “IL MEDICO”; uno dei phamplet più letti ha tenuto a sottolineare che lei ha fatto una brillante carriera, “Primario” e ha studiato tanto.
Giammai un “Fedele” qualsiasi, definito ove <<mediocre>> ove <<inconsistente>> e, chi più ne ha più ne metta, si sarebbe potuto permettere di confutare le sue asserzioni dogmatiche, perché rivenienti da un “Primario”, che ha studiato e tanto pure, chapeaubas, dottore a lei e ai compagni che la difendono, su finte barricate virtuali.
Senza scomodare la pagina del vangelo di Giovanni sulle <<lapidazioni mancate>>(Gv 8,7) , o Pasolini “Corsera 1marzo68post scontri di Valle Giulia”, tra lei, come dipinto dai suoi sostenitori e compagni vari, e il consigliere Fedele, noi preferiamo sicuramente quest’ultimo, non solo per un plus di simpatia, che pur le riconosciamo, ma per rimanere ancorati al ragionamento di partenza, perché lui, nel contesto è il proletario, il rappresentante del popolo, che ha l’onere e l’onore di rappresentare nell’assise cittadina.
Siamo convinti che, nel rispetto delle differenze anagrafiche e dei punti di partenza differenti, la vita lo ha portato a scelte diverse dalle sue, non diventerà, quindi,mai medico e quindi primario e forse neanche dirigente di un ufficio pubblico, ma ciò nostante, resterà sempre una persona e come tale portatore dei suoi stessi diritti e doveri e abilitato a ricercare la sua felicità, grazie a quel principio di uguaglianza un tempo cavallo di battaglia vincente di una sinistra di popolo.
La Sinistra in Italia e anche a Nardò ha perso “l’ubi consistam” – il punto di appoggio che serve per sollevare il mondo. Insomma, l’area sociale di riferimento.
Aggrapparsi alla memoria di un padre autorevole, che tanto ha dato alla cultura e alla storia della nostra Nardò, e che nel thread di Fedele non è stato attinto da invettive o improperi, semmai, l’esatto contrario, in modo infelice attese le conseguenze, il consigliere comunale intendeva ricordarle che, politicamente, parlando tra lei e suo padre ogni paragone non regge.
La nostra, per carità è solo una interpretazione delle parole: troppe, spesso confuse e fine a se stesse, che dall’una e dall’altra parte si stanno spendendo in queste ore, che dovrebbe vederci tutti, ma dico tutti rivolti ad un pensiero comune ad una vicenda collettiva, che ha bisogno di idee positive e costruttive e non di vuote polemiche. Di distruttivo basta il virus.