Vescovo della diocesi Nardò Gallipoli
Nardò, 23 gennaio_ “Il vescovo Fernando, con spirito di paternità, ha seguito e segue la vicenda. A mio parere personale, la vicenda risulta essere ingrandita rispetto alla reale consistenza dei fatti, ma lì dove ci fossero i presupposti di Legge, è giusto che ogni situazione vada affrontata nelle sedi appropriate, civili e canoniche. Ora i fatti. In seguito al ritrovamento di “un’unica” microspia (non rivelatasi tale), Mons. Filograna ha avviato i dovuti accertamenti, al fine di ricostruire sia le modalità del ritrovamento sia la capacità di captare e registrare conversazioni all’interno della chiesa della sopracitata microspia.
Vescovo della diocesi Nardò Gallipoli
Da subito è emersa l’inconsistenza del meccanismo ricetrasmittente rivelatosi non funzionante e che quindi farebbe pensare ad una simulazione.
Desta notevole perplessità l’uso di dare diffusione a notizie che sembrerebbero avere il solo scopo di turbare la serenità della comunità ecclesiale. Da parte del Vescovo Fernando l’attenzione e il dovere assoluto di tranquillizzare i fedeli circa il rischio di profanazione del sacramento della confessione, non essendo presenti, per altro, nella sacrestia della chiesa in questione confessionali funzionanti e integri per la celebrazione del sacramento.
Resta il turbamento, il dispiacere dello scandalo dato  ai fedeli. Mi preme ribadire, in ogni caso che Il vescovo Fernando, ha attivato tutti i dispositivi canonici e civili possibili per ristabilire l’armonia ferita in quella che è una Chiesa carissima alla devozione dei Neretini”.
Don Roberto Tarantino,
portavoce del Vescovo della Diocesi di Nardò-Gallipoli.
I fatti : fonte LaRepubblica online 23 gennaio.

LaRepubblica.it: Nardò, microspia in sacrestia per carpire le confessioni: i fedeli la scoprono diffondendo una fake news

LECCE – In chiesa ci sono le microspie. Pronte a catturare le conversazioni che avvengono all’interno, e magari carpire anche i segreti inviolabili del confessionale. La Gazzetta del Mezzogiorno riporta una vicenda accaduta a Nardò, e che ha come scenario la chiesa di San Domenico.

Tutto è partito da una catena di sospetti: troppo strano, infatti, che ciò che si diceva all’interno della chiesa dopo poco tempo era già di dominio pubblico, e rimbalzava da un bar all’altro della città. E così la soluzione drastica: gli aderenti alle confraternite di San Luigi e delle Rosariane hanno pensato di creare una notizia artefatta, una fake news talmente inverosimile che sarebbe stata subito riconosciuta come tale.

L’hanno fatta trapelare in chiesa, e poco dopo girava già in città. Esca perfetta, è così che si è capito che proprio all’interno dell’edificio sacro ci doveva essere una spia, fra l’altro rapidissima. È stato un investigatore privato a svelare l’arcano: più che di spia di trattava di microspia, e non era soltanto una.

Ne sono state scoperte un paio – una vicino alla raccolta delle offerte, un’altra dietro un mobile – di fattura semplice, di quelle economiche che si trovano facilmente in commercio. Necessario, quindi, chiedere l’intervento dei carabinieri, che hanno acquisito il materiale ritrovato e consegnato un’istruttoria alla Procura della Repubblica.