Nardò,10 gennaio_Lasciano un po’ costernati il susseguirsi delle esternazioni sugli incarichi a legali esterni affidati dall’Amministrazione comunale da parte dei consiglieri di opposizione ed ancor più perplessi ci lasciano i commenti di taluni “mega direttori” di piccoli webmagazines locali in merito.

Ancora una volta parliamo, come spesso, se non sempre succede, di una tempesta in un bicchier d’acqua, alimentata, prevalentemente, da studiosi del pressappoco misto al niente, capaci di imbarcarsi in qualsiasi discorso dalla fusione molecolare allo studio delle migrazioni dei passeri pur di contrastare “il governo del fare” del Sindaco Mellone.

Ci ha colpito più di altri il thread del “Dir.” di SalentoMagazine.it, per la verità non nuovo a queste uscite, sempre pronto a dispensare verità su qualsiasi argomento spesso con risultati di una sconcertante banalità. La domanda da “porci” o meglio da porgli è un’altra sulla base di quali competenze parla? Con quali argomentazioni vorrebbe convincerci? Il vero problema non è lui ma chi lo ascolta o lo legge, “likkatori” compresi.

La foto dell’articolo che palesa l’approccio dubbioso è smentita dal contenuto pieno di certezze quasi dogmatiche.

Non essendo esperti e coltivando l’orto dei dubbi più che il giardino delle certezze, noi dell’Orasalento, preferiamo consultarci con esperti della materia prima di affrontare certi argomenti e soprattutto partecipiamo agli eventi culturali importanti e quel  11 ottobre 2018 al chiostro dei Carmelitani c’eravamo davvero e non per sentito dire.

Siamo certi che se fosse stato presente anche SalentoMagazine.it avrebbe modificato un pò l’approccio del suo thread, mitigando la presunzione di disvelare una verità assoluta e proponendo, al più, un ragionamento, una interpretazione soggettiva.

Non è sufficiente una breve ricerca su Google per dipanare una materia cosi complessa e tuttora non risolta come l’affidamento di incarichi giurisdizionali da parte degli enti locali a legali esterni.

Semplificare argomenti complessi disvela una supponenza ed una arroganza che possono concedersi agli attori politici, impegnati nell’arena della della ricerca del consenso, ma non certo a chi si atteggia a notista politico e/o analista della realtà.

Dal commento di SalentoMagazine.it ne escono tutti con le ossa rotta, gli avvocati del comune in primis, che dal quadro delineato appaiono essere poco più che “nulla facenti” esautorati in toto dagli avvocati esterni.

Se il “Dir” avesse proceduto ad un’analisi attenta, avrebbe valutato una situazione ben diversa da quella prospettata, il Comune è convenuto in una miriade di cause specie per risarcimento danni e non solo, per cui gli avvocati interni hanno il loro ben da fare.

Inoltre, è evidente che, la specialità delle proprie competenze li rende funzionali alla soluzione di tante altre procedure amministrative in cui è richiesta la qualificazione giuridica di circostanze e fatti.

La censura politica ha occultato alla vista del “Dir” le carenze molteplici nelle risorse umane dell’Ente e l’impossibilità di ripristini immediati della pianta organica in relazione ai vincoli posti dal patto di stabilità.

Ancor più sconveniente la considerazione dei molteplici professionisti neretini esclusi dall’affidamento degli incarichi di contenzioso amministrativo, perché preferiti rispetto ad un solo avvocato; approcciare con ragionamenti economici “da un tanto al chilo” e considerare gli avvocati tutti e quindi anche quelli del foro neretino poco più che dei poveretti è quasi un insulto e ancor di più lo è ritenere di vincolare scelte discrezionali di un ente locale a mò di welfare secondo logiche assistenzialistiche.

Per la verità non è stato il solo ad apostrofare negativamente i rappresentanti del foro neretino: definiti “pecore” da un altro illustre pensatore “dè noantri”,  il Sig. “Giovanni Siciliano”, che alla stessa stregua del “Dir” si è avventurato in argomentazioni tecnico giuridiche raggiungendo tratti di esilarante comicità, mercé l’uso piuttosto domestico di  un latino fai da te.

L’avv. Gaballo nella sua replica ha forse ecceduto in tecnicismi di difficile interpretazione e per umiltà non ha rappresentato l’andamento del contenzioso affidatogli dall’Ente, al momento, positivo al 100% o giù di lì.

Il “Dir” – probabilmente – per deformazione professionale, attesa la professione che svolge, ha pensato bene di salire in cattedra e dare le pagelle a destra e manca salvo accorgersi dell’instabilità della stessa, che lo ha fatto precipitare in terra in uno ai suoi ragionamenti.

Francesco Caringella, insigne giurista e Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, ospite più volte del Rotary e dell’avv. Renna in occasioni culturali, che hanno dato lustro alla nostra città, ha definito il diritto un’arte piuttosto che una scienza esatta perché soggetto prevalentemente ad interpretazione.

Le certezze ostentate in pessimo stile dal “Dir” di SalentoMagazine.it rispetto ad un argomento tuttora controverso, che vede in parziale contrasto il Consiglio di Stato – l’ANAC e la magistratura contabile, cade dinanzi ai nostri più umili dubbi.

Non essendo giuristi e non volendo indossare toghe acquisite all’università di Facebook e non avendo partecipato a differenza di tanti altri ai master di diritto amministrativo di Wikipedia ci limitiamo ad osservare che, con il parere n. 2109/2017, il Consiglio di Stato ha bocciato l’interpretazione data dall’ANAC e riportata pedissequamente dal “Dir” su detta materia e che trova, però, riscontro in alcune pronunce, anche recenti, di magistratura contabile e di alcuni Tar.

Allo stato non sembra esservi un orientamento univoco e sinceramente tirare il vestito verso una sola parte scopre inesorabilmente l’altra e ad essere scoperta ancora una volta è la presunzione e l’arroganza di taluni.

La redazione.