Nardò,27 novembre_di COSIMO POTENZA_Un’opera incompiuta della nostra città  fa s_parlare di se. Si scopre, bontà dell’inarrestabile  loquacità di “ominicchi” che deragliano intenzionalmente il verbo per traguardi mancati, per tradimenti mai lasciati correre , che 40 anni di oblio di una politica dei crocicchi e di pressapochismo acuto possono tornar utili per proporre soluzioni mirabolanti ,psichedeliche giusto il tempo di una messa a favore di un moribondo ormai con un piede nella fossa.

Come non trepidare per apprendere l’epilogo di una querelle avvincente quasi allucinogena tanto la carica di veemenza di sentito e vibrante trasporto che oggi alimenta cittadini quasi tendenti all’ indignazione.

La solita bolla di sapone o c’è una mezza verità nella disarmante difesa di un opera pubblica che, giusto 40 anni di abbandono all’intemperie, si potrà, solo ora e non ieri ovviamente, far resuscitare e per giunta valorizzare a fronte delle decisioni ormai prese da chi ,democraticamente eletto, ha pensato bene o male ( la storia sarà testimone) di demolire?

Meglio tardi che mai o la solita solfa di  Don Chisciotte contro i mulini a vento?