Nardò,18 novembre_di COSIMO POTENZA_Riceviamo dal Sindaco di Patù e pubblichiamo una nota di commento in relazione al provvedimento di sospensione disposto dal Ministero dell’Interno per il tramite della Prefettura di Lecce, sulla base della normativa anti corruzione e anti incompatibilità c.d. Legge Severino.

Pur non essendo giuristi, il provvedimento della Prefettura è un atto dovuto conseguente ad un provvedimento giudiziario, quindi Salvini e il razzismo poco c’entrano. Ecco che ci sembra di cogliere nelle righe dell’esponente di “Liberi e Uguali” un tentativo un po’ barocco di difesa teso a far sembrare se stesso più che destinatario di un provvedimento vincolato, vittima di un “atto politico” generato da un approccio securitario dei tempi che corrono da quando Salvini è al “Viminale”. Ardito e inappropriato l’accostamento al Sindaco di Riace Lucano, a dire la verità non ci azzecca proprio. Al contrario l’argomentazione del suffragio rilevante che ha reso possibile l’elezione nel comune di Patù ha il sapore della semantica vagamente Berlusconiana.

La fiducia sul “ tempo galantuomo” è ben riposta visto che la prescrizione, che da “gentildonna” risolve casi difficili, ha consentito, di recente sia al sindaco che al più noto Padre il consigliere regionale Ernesto di scampare a problematiche giudiziarie ben più gravi. Rimandiamo ai Giuristi ogni approfondimento sulla differenza sussistente tra istituti giuridici diversi : assoluzione e prescrizione .

L’Orasalento, per la verità, è stata tra i pochi webmagazine ha rilanciare la notizia riportata di recente dal solo Quotidiano di Lecce a proposito della condanna definitiva per abuso edilizio comminata dalla Cassazione all’onorevole padre del Sindaco e della madre (la nonna)!per aver trasformato una paiara in una villa, deturpando un tratto di costa salentina particolarmente bello. Insomma, non vi sono molti punti in comune con il Sindaco di Riace Lucano, il razzismo qui non c’entra nulla la concomitanza è solo nei procedimenti di natura giudiziaria ed amministrativa, pubblichiamo la nota difensiva del giovane Abaterusso sperando nella sua estraneità ai fatti contestati, che gli auguriamo di poter dimostrare solo nelle sedi opportune, come tutti gli uomini “liberi e uguali” al di là e senza la prescrizione….(N.d.R)

Gabriele Abaterusso: “Ritengo ingiuste condanna e sospensione, non ho fatto nulla di male e vado avanti a testa alta”.

Patù, 17 novembre 2018  _di  Gabriele Abaterusso La sospensione adottata nei miei confronti da parte del Ministero degli Interni attraverso le Prefettura di Lecce è un atto ingiusto e ingiustificato contro cui proporrò immediato ricorso. Peraltro arriva dopo ben 5 mesi da una sentenza di condanna su cui gravano parecchi interrogativi su merito e modalità. Ricordo che quella sentenza è stata emessa dalla Corte d’Appello leccese dopo che la Suprema Corte di Cassazione aveva cancellato la precedente. Voglio sperare che nella vicenda giudiziaria non abbiano inciso fatti diversi da quelli strettamente processuali e che nella vicenda della mia momentanea sospensione non abbia avuto un ruolo la mia appartenenza politica e la mia esposizione su questioni rilevanti, da ultima la mia partecipazione con il gonfalone del mio comune alla manifestazione a sostegno del sindaco di Riace,  Mimmo Lucano. Cosa che ha dato indubbiamente fastidio a chi ha fatto del razzismo xenofobo il principale argomento della sua battaglia politica. Se così fosse, sarebbe grave, anche se, visti i tempi, non me ne meraviglierei.

Io, però, ho imparato da piccolo ad avere spalle larghe ed avendo la coscienza a posto, non mi faccio intimorire e non mi arrendo. Continuerò le mie battaglie giudiziarie e politiche nelle sedi proprie con la certezza che il tempo è sempre galantuomo.

Mi dispiace solo per i miei concittadini che appena due anni fa mi hanno eletto Sindaco con un consenso di quasi il 70% e per le tante persone che mi sono state e mi sono vicine.

Affronteremo insieme questa battaglia come le tante che abbiamo affrontato e vinto e le tante che ancora ci attendono.