Nardò,30 settembre_di COSIMO POTENZA_La minoranza del governo Mellone non ne’ può più delle prese di posizione ostruzionistiche, secondo loro ovviamente, di una maggioranza di governo sempre più meno propensa a concedere spazio mediatico e istituzionale .

Un duro colpo in chi da due anni cerca di mettersi in luce e costruire una credibilità contrattuale con i propri elettori, con una opinione pubblica refrattaria e più risoluta a snobbare un opposizione male in arnese in fatto di armi ,istituzionali .

Minoranza che spolvera tutto il suo repertorio per contrastare lo strapotere politico di Mellone e la sua maggioranza . Dalla forza del pensiero unta di “retrotopia” della serie :”si stava meglio quando si stava peggio”, alle ostentazioni di testosterone speso copiosamente nell’aula consigliare al primo cenno di un contraddittorio non convenzionale.

Una crisi isterica che non trova pace anche perché alimentato ad arte da una comunicazione che pecca di pluralità affidata a chi per partito preso non perde occasione per esprimere pensieri monotematici e petulanti con evidenti conflitti di interesse .

Oggi il tema è il mancato rispetto delle regole incastonate in quella dialettica politica a cui Mellone in primis è chiamato a rispondere al prefetto e al ministro dell’interno . La lettera inviata alle alte cariche istituzionali dai consiglieri di minoranza Falangone,Piccione,My, Marinaci e Siciliano, racchiude una chiara denuncia verso le mancate risposte nei question time ,nella commissione di controllo e garanzia giunta alla sua 24ma convocazione sistematicamente disattesa e alla figura del presidente del consiglio comunale, l’avv. Andrea Giuranna, secondo loro reo di non essere imparziale e troppo vicino al primo cittadino.

Una primogenitura ,a quanto pare, tutta neretina dove l’opposizione si affida ,letteralmente, agli organi istituzionali per far rispettare regole sancite dalla carta costituzionale e sistematicamente disattese da un contraddittorio senza fine.

Ovviamente le regole della vita istituzionale del comune di Nardò danno ampio margine di manovra per un indirizzo politico incastonato nella maggioranza che Mellone applica con una certa disinvoltura a vantaggio di un modus operandi dove la giunta comunale è la carta vincente del suo pragmatismo .

Una situazione incresciosa che mette sotto scacco la claque che in questi due anni si è materializzata sui social e impunemente in altre forme liquide. Claque che soffre di mancati guadagni proprio per l’incapacità dell’opposizione di vestire il ruolo affidatoli dai suoi elettori.

Elettori tanti si ma propensi a guardare avanti oltre gli attuali politici che occupano lo scranno dell’opposizione, riesumando ,anche loro affetti da retrotopia, una politica che ha fatto il suo corso storico e che nessuno vuole più ma che in mancanza d’altro si cerca di vendere come le cipolle al mercato rionale.