“Rigidissime le regole d’ingresso che ho preteso: solo i lavoratori muniti di contratto nel settore agricolo o coloro che provino di essere iscritti all’ufficio di collocamento per il settore agricolo possono accedervi.
Non c’e spazio nel campo e nella nostra città per delinquenti, nullafacenti e accattoni. Ho voluto regole rigide per l’accesso al campo e ho contestualmente scritto a Prefetto e Questore perché vengano allontanati dalla nostra città coloro che stazionano senza titolo.”
Queste sono le dichiarazioni del Sindaco di Nardò Giuseppe Mellone, detto Pippi, che stamattina ha comunicato ufficialmente l’apertura del campo di accoglienza sito negli spazi esterni adiacenti alla ormai più che nota #MasseriaBoncuri.
Diritti a Sud insieme a CIR e Associazione Meticcia Lecce. esprimono il loro totale dissenso rispetto alle parole del Sindaco, che definisce ‘delinquenti, nullafacenti e accattoni’ i migranti che sono rimasti fuori dal campo istituzionale, perché privi di contratto di lavoro e che pertanto sono costretti a vivere nelle campagne circostanti Nardò in ricoveri di fortuna, come ormai accade da troppi anni.
E’ ormai in atto un cambio di paradigma e gli sfruttati, coloro che imprenditori senza scrupoli costringono a lavorare senza tutele e contratti, gli stessi che il Sindaco Mellone fino all’anno scorso chiamava ‘fratelli migranti’, oggi sono ancora una volta criminalizzati e relegati ai margini, proprio come sta accadendo a livello nazionale attraverso la vergognosa propaganda di stampo salviniano. Se l’intervento pubblico e i soldi dei contribuenti devono servire a manlevare gli imprenditori dagli oneri previsti dalla normativa di settore, fra cui la concessione dell’alloggio per i propri lavoratori migranti* e contrattualizzati, NOI NON CI STIAMO!
Chiediamo pertanto che il Prefetto intervenga a ripristinare una condizione di diritto e tutela diffusa, così come richiesto nella lettera a Lui mandata dal Cir di Lecce.
* Secondo l’articolo 22 del CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DELL’ AGRICOLTURA  del 30 settembre 2016 “Si considerano migranti i gruppi di lavoratori provenienti da altra provincia o regione per lavori stagionali e si considerano migranti anche i gruppi di lavoratori, pur non provenienti da altra provincia e regione, la cui distanza tra il Comune di residenza e quello della prestazione lavorativa sia superiore a 40 km”.