Nardò,14 magio_di COSIMO POTENZA_Di recente, la nostra redazione si è occupata di informare l’opinione pubblica sul tentativo ripetuto, da parte di blogger locali ad essere buoni, veri e propri hater ad essere giusti, di “costruire notizie”, ovvero interpretare fatti e documenti in modo parziale procedendo ad una sorta di “vestizione della notizia”, per finalità squisitamente politiche e propagandistiche. A dare sponda, quasi legittimandole, a questo baillamme di voci e ricostruzioni affatto autorevoli, la pagina locale di un giornale autorevole come la Gazzetta del Mezzogiorno, che da giugno 2016, si è trasformato nella cassa di risonanza di strali ed invettive della “gioiosa e confusa macchina da guerra o del fango”, che mette insieme poche figure, prevalentemente, costituita da webeti (Mentana docet) tenaci e rancorosi avversari melloniani.
Più che di notizie, “i nostri eroi anti-melloniani” sono degli specialisti di “Errata Corrige”; parafrasando il letterato Caproni: “Errata perché non sai mai dove sei e Corrige perché non sei mai dove sai”. Davvero è questa la sensazione che si trae dall’ennesimo carpiato eseguito da questo manipolo di pasdaran della notizia, con avvitamento su documenti, che pur avendo il merito di essere pubblicati fedelmente, si riducono, quasi sempre, in risposte ad istanze di accesso, esposti, interrogazioni fuori contesto o poco motivate, di cui gli autori forniscono interpretazioni di comodo, il più delle volte barocche ed unilateralmente orientate a demolire il proprio avversario politico. Ci riferiamo ancora una volta al c.d. water gate in “salsa neritonense”, ossia, alla presunta pietra dello scandalo, costituita dalla mancanza di autorizzazioni al mercato settimanale su area “Jolly Mare” di S. Isidoro. Peccato che, quella che alcuni intellettuali, o presunti tali, della <<Nardò bene>> vorrebbero far passare come <<l’inchiesta del secolo>>, capace di travolgere Mellone e i suoi, come successe al Presidente USA Nixon, appunto, con la celebre inchiesta di Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post, risulta poco più di un pettegolezzo da mercato rionale o chiacchiera da bar dello sport. I nostri Woodwar e Bernstein, si fa per dire, partono dalla conclusione, ossia dal punto di arrivo della loro ricostruzione, ossia i documenti inconfutabili, che evidenzierebbero <<fuor di ogni ragionevole dubbio>> l’esistenza di un abuso, di cui sono certi loro e soltanto loro. Lungi dall’entrare nel merito della scelta di avviare questa ricerca della verità, da parte del Consigliere comunale del P.D. Daniele Piccione, che a dire il vero e ad onor di cronaca, sembra interessarsi ad una vicenda così grave, che dura da decenni, solo ora e mai prima di ora; strano no? visto che da alcuni lustri ricopre incarichi amministrativi e prima di questa consiliatura elettorale sempre dal versante governativo, sarà stato l’effetto soporifero dei sindaci passati , al contrario Mellone il sonno ai suoi avversari sembra agitarlo e non poco. Riteniamo sempre opportuno e legittimo l’esercizio di chiarire ciò che sembrerebbe essere non chiaro, tuttavia, ci permettiamo di osservare come la materia trattata necessitasse un minimo di attenzione e competenza specialistica, poiché, il rischio di fare un salto nel buio è sempre dietro l’angolo. Gli autori dello scoop, o presunto tale, si muovono su un terreno piuttosto sconnesso, più o meno recentemente, sottoposto a varie novelle legislative anche di rango costituzionale e sul quale terreno non sono mancate le pronunce giurisprudenziali e articoli dottrinali tesi ad interpretare correttamente la materia. Un grande giurista oltre che politico come Aldo Moro, di cui quest’anno ricorre il quarantesimo triste anniversario della sua barbara uccisione, invitava i propri studenti universitari al rigore dello studio delle fonti di diritto, per evitare di pervenire ad una interpretazione della fattispecie concreta eccessivamente soggettiva.
Questo eccesso di soggettivazione dei fatti riportati all’attenzione mediatica da questi webeti neretini esonda come un fiume in piena travolgendo le paratie della continenza, pertinenza e verità della notizia. Ignorano gli strilloni dello scandalo del “Jolly Mare”, che la materia relativa al demanio costiero è stata attinta dalla riforma del Titolo V della Costituzione, la famosa l. cost. n. 3 del 2001, che spoglia la potestà legislativa dello Stato del suo carattere generale, che può, al contrario, essere esercitata, in via esclusiva, solo in determinate materie espressamente indicate dal comma 2 dell’art. 117 Cost., esercitandosi nelle restanti materie la potestà legislativa regionale in via concorrente specificate dall’art. 117, co. 3 Cost. ed in via generale e residuale in ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato ex art. 117, co. 2 Cost. e non rientrante tra quelle attribuite alla legislazione concorrente ex art. 117, co. 3 Cost. La regione Puglia con Legge Regionale 10 aprile 2015, n. 17 “Disciplina della tutela e dell’uso della costa”, all’art. 6 co. 3 assegna ai comuni costieri, tra questi anche Nardò, l’esercizio di tutte le funzioni amministrative inerenti il demanio marittimo; di per sé questo dato avrebbe dovuto offrire ai novelli censori nostrani, l’occasione per riflettere e per approfondire la materia onde evitare di esporsi a facili confutazioni. Orbene ai webeti neretini, che, impunemente e a sua insaputa, hanno strumentalizzato l’esercizio delle prerogative consiliari di così attivo e autorevole esponente dell’opposizione neretina, è sfuggito di ricercare <<le fonti>> , tutte e non solo quelle di interesse e/o favorevoli al proprio convincimento; suggerimento, peraltro, di Aldo Moro, di cui taluni tra loro, si dichiarano convinti seguaci, ma si sa la teoria è diversa dalla pratica. Siamo certi che, se avessero usato in miglior modo i propri polpastrelli, pur con un ridotto consumo energetico, rispetto a quello necessario per riempire la rete delle proprie deiezioni semantiche e di rancorose invettive, avrebbero ritrovato, facilmente, come è successo a noi dell’Ora la deliberazione della Giunta Comunale n. 441 del 30.11.2016, che tra le altre cose: <<… ha conferito mandato al Dirigente dell’Area Funzionale 1 (che ha dato seguito), all’esito della procedura di evidenza pubblica, (anche questa espletata), per l’assegnazione dei posteggi per il Mercato del Piazzale Quattro Colonne a Santa Maria al Bagno, il Mercato Jolly Mare a S. Isidoro …a rilasciare le relative concessioni demaniali marittime per la durata di anni sei>>. In un recente saggio di successo: “Troppi diritti – L’Italia tradita dalla Libertà”, il giornalista Alessandro Barbano evidenzia la fragilità del sistema Italia, acuita dall’avanzare del web e in particolare sottolinea come: “…Per evitare che il salotto di un postribolo sia confuso con la tavola rotonda di un’accademia bisogna qualificare la Rete, selezionare i suoi attori distinguere le competenze”. Ecco affrontare un tema complesso, che implica la capacità di districarsi tra un intreccio a volte impenetrabile tra norme nazionali, regionali, locali, internazionali, sovranazionali, europee con le relative giurisprudenze implica di possedere un bagaglio di competenze giuridiche su cui non è ammessa improvvisazione, specie se si vuole fare informazione. La fortuna della redazione dell’Ora, davanti a questioni così complesse, è quella di poter contare sul contributo di taluni Giuristi amici, affidabili e competenti, capaci di offrire dei chiarimenti alla portata di qualunque lettore e soprattutto ancorati alle fonti normative e giurisprudenziali e non alle opinioni di qualche Azzeccagarbugli di manzoniana memoria.
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