Euronews_Salvatore Falco_19 febbraio_Tutti i principali leader hanno partecipato ad eventi organizzati dai propri partiti nei teatri e nei comitati elettorali. L’ormai lunga ondata di discontento verso la politica spinge i candidati in tv o al massimo nei mercati delle piccole e grandi città.
Politici italiani in fuga dalla piazza nella campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 4 marzo. Tutti i principali leader hanno partecipato ad eventi organizzati dai propri partiti nei teatri e nei comitati elettorali. L’ormai lunga ondata di discontento verso la politica spinge i candidati in tv o al massimo nei mercati delle piccole e grandi città.
In piazza scendono i movimenti estremisti. Pochi giorni dopo gli scontri di Bologna, a Napoli alcune centinaia di dimostranti dei movimenti antagonisti hanno cercato di raggiungere l’albergo dove si presentavano i candidati del movimento di estrema destra CasaPound. La protesta è degenerata in scontri con la polizia e venti manifestanti sono stati posti in stato di fermo.
In piazza scendono i movimenti estremisti. Pochi giorni dopo gli scontri di Bologna, a Napoli alcune centinaia di dimostranti dei movimenti antagonisti hanno cercato di raggiungere l’albergo dove si presentavano i candidati del movimento di estrema destra CasaPound. La protesta è degenerata in scontri con la polizia e venti manifestanti sono stati posti in stato di fermo.
Gli episodi di violenza, che hanno toccato l’apice con l’attacco di Macerata del 3 febbraio scorso, hanno monopolizzato il dibattito elettorale sul tema dell’immigrazione.
Tutti gli analisti sono d’accordo che questa sia una delle peggiori campagne elettorali della storia repubblicana ed è quasi certo che il risultato del voto non fornirà una chiara maggioranza.
Di fronte all’ipotesi di un voto bis, la storia ci dice che l’Italia ha sempre evitato di ritornare subito alle urne, un’ipotesi che non piace al Presidente Sergio Mattarella che si prepara a giocare un ruolo da protagonista all’indomani della consultazione elettorale.
Il prossimo 5 marzo, i leader dovranno mettere da parte la retorica elettorale e iniziare a dialogare.