Nardò,22 genE’ finita una battaglia durata 6 anni. Dal 2012, anno del nostro primo Convegno, come Centro studi “don Milani”, ad oggi. Una battaglia fra chi crede e chi non crede, fra vecchia politica e nuova politica, fra miopia e presbiopia amministrativa.

IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE, il feticcio regionale, il TOTEM intoccabile si è sciolto come neve al sole!

Quante parole sprecate in Commissione regionale, quanta cocciutaggine dirigenziale e amministrativa a partire dai tecnici fino all’Assessore regionale dell’epoca, quanta chiusura concettuale!

Quando pensiamo allo scontro avvenuto in attesa della Commissione con una dirigente che si impuntava sulla immodificabilità del Piano, oggi mi viene da sorridere……… per la sua finzione giuridica!

Poveretta non si rendeva conto o meglio forse recitava, malgrado le considerazioni e obbiezioni, che il Piano era solo uno strumento amministrativo, modificabile in qualsiasi momento, specie quando la
ragione e la logica dimostrano il vero, il reale, il meglio per tutti.

Il Centro studi “don Milani” aveva visto giusto sin dall’inizio o e le proposte avanzate non erano frutto di visionari, di irresponsabili, di incoscienti oppositori, bastian contrari.

Con innumerevoli email al Presidente e all’Assessore dell’epoca abbiamo proposto:

Ø La modifica del percorso fuori dalla litoranea ma nell’entroterra;

Ø I reflui da depurare a Tab 4 e oltre:

Ø La costruzione di moduli di affinamento ampliando l’attuale
depuratore neritino.

Ø L’utilizzo dell’acqua depurata a servizio dell’agricoltura, dei vigili del fuoco, del lavaggio delle strade, nella cura dei giardini, nel lavaggio auto ecc..

Ø La creazione di una condotta duale: di acqua potabile e acqua non potabile, quest’ultima a servizio dei bagni pubblici e privati, dei ristoranti e degli alberghi ecc.

Ø Una collaborazione intensa fra Porto Cesareo e Nardò che portasse ad una soluzione di soddisfazione reciproca.

. Ebbene quest’iter è finalmente maturato nelle menti di tanti stregoni e di tanti oppositori che preferivano l’immediato al    mediato, l’appalto rovinoso a quello produttivo ambientale, la condotta sottomarina alle piccole lagune di accumulo, il denaro di Giuda subito e la desertificazione anziché il mare pulito e l’ambiente più salubre.

Non parliamo poi di chi si è fatto abbindolare da promesse vane,accettando vuoti protocolli e false promesse elettorali o di chi sollecitato politicamente a mettersi a capo delle Amministrazioni dell’Arco Jonico contro la realizzazione delle condotte sottomarine, ha reclinato l’invito.

Il Centro studi, inoltre, aveva inviato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti invitando i due Enti ad accendere un faro sul complesso intruglio amministrativo.

Infierire oggi è inutile, il peggio è passato, occorre ora attendere fiduciosamente la presa d’atto da parte del Consiglio dei Ministri dell’avvenuta modifica del Piano di tutela delle acque.

Un plauso comunque va espresso, indipendentemente dalla posizione politica, al Presidente Regionale Emiliano e alla sua Giunta, al Sindaco Mellone, agli Ambientalisti che si sono battuti con iniziative
diverse dal Centro e alla gente che ha tanto sofferto nel vedere tanta cecità e irresponsabilità in giro!

Nardò 21 gennaio 2018

IL COORDINATORE                  IL PRESIDENTE

      Paolo MARZANO                       Giovanni PERO’