Roma,10 gen:_Lillo Montalto Monella_ (euronews)Il giudice può ordinare la rimozione delle immagini, ma anche il pagamento di una somma di denaro in favore dei figli: una sentenza del Tribunale di Roma fa riflette ancora una volta sull’opportunità di esporre minori non consenzienti sulla pubblica piazza social
Se avete bimbi piccoli e continuate a condividere le loro immagini su Facebook o Instagram, con leggerezza, fermatevi un attimo e pensate bene alle conseguenze del gesto. Anche legali. Il Tribunale di Roma ha stabilito che una mamma dovrà versare fino 10mila euro al figlio 16enne in caso continui postare “notizie, dati, immagini e video” relative al minore e non proceda subito alla rimozione di tutti questi contenuti.
La sentenza (procedimento 39913/2015) emessa dal giudice Monica Velletti il 23 dicembre scorso mira a salvaguardare il ragazzo, già sotto tutela, infastidito dal comportamento della madre che non lesinava dettagli della storia familiare e personale del figlio sui social.
Una situazione insostenibile per il minore che ha chiesto ai giudici la possibilità di proseguire gli studi all’estero, in un college negli Stati Uniti, al fine di “stare lontano dall’attuale contesto sociale, nel quale tutti i compagni sarebbero a conoscenza delle sue vicende personali, rese note dalla madre con uso costante e sistematico dei social network”.
La mamma non si era astenuta dal pubblicare anche “contenuti relativi alle vicende processuali tra genitori”, creando “disagio” al figlio per questo continuo spiattellare la sua vita privata in quella che la Cassazione una volta definì “una agorà virtuale, una piazza immateriale” con un numero indeterminato di accessi e visioni. La sentenza accoglie anche la richiesta di deindicizzazione dai motori di ricerca.
Il quadro legislativo
“Si tratta di un precedente unico in Italia, che detta un principio di diritto forte a tutela dei minori”, scrive il Sole 24 Ore, “tanto che le disposizioni che regolano la gestione pubblica dell’immagine dei minori da qualche anno sono entrate anche nelle condizioni dei ricorsi per separazione consensuale e di divorzio, per evitare controversie: i genitori si mettono d’accordo da subito sull’utilizzo delle foto dei figli sui social o come sfondo dei profili Whatsapp, in genere vietandone l’utilizzo e chiedendo l’omologa da parte del tribunale”.
La decisione fa riferimento all’articolo 96 della legge sul diritto d’autore, secondo cui: “il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa”. Tranne nei casi di volto noto o di interesse pubblico.
La fotografia, come qualsiasi altro elemento identificativo, è un dato personale e non può essere diffuso se non c’è l’autorizzazione dell’interessato.
I minori inoltre godono di una tutela rafforzata data dall’articolo 16 della Convenzione sui diritti del fanciullo approvata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con la legge 176/1991: vietata ogni interferenza arbitraria o illegale nella vita privata del fanciullo.
C’è poi l’articolo 10 del codice civile, secondo cui “qualora l’immagine di una persona o dei genitori, del coniuge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori dei casi in cui l’esposizione o la pubblicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei congiunti, l’autorità giudiziaria, su richiesta dell’interessato, può disporre che cessi l’abuso, salvo il risarcimento dei danni”.
Il testo unico sulla privacy (d.lgs. 196/2003) all’articolo 23 prevede infine il trattamento dei dati personali col solo consenso dell’interessato. Nei casi di genitori separati in cui l’esercizio della patria potestà è condiviso, la legge predilige in ogni caso la tutela del minore. Un genitore separato non può pubblicare foto del figlio minore senza il consenso dell’ex coniuge, nemmeno sul proprio account Facebook.
La situazione all’estero
In Francia si rischia una condanna di un anno di carcere o il pagamento di una multa di 45mila euro, segnala Repubblica, se i figli dovessero decidere di denunciare in futuro i genitori per violazione della loro privacy. La legge prevede che i genitori siano in obbligo di proteggere l’immagine dei loro figli.
Il precedente simile arriva dall’Austria dove una 18enne ha denunciato i genitori per aver pubblicato su Facebook centinaia di foto che la ritraevano bambina in momenti intimi e privati, senza chiedere il suo permesso. In base alla normativa sulla protezione dei dati austriaca, rischiano una multa tra i 3.000 e i 10.000 euro scrive il Corriere.
I precedenti italiani
A Bologna il Tribunale civile potrebbe presto ritrovarsi a decidere su un caso analogo, scrive Wired. Nel contesto di una causa di separazione, un padre si è rivolto al magistrato per chiedere che l’ex moglie cancelli foto e video dei propri figli piccoli (hanno 6 e 9 anni) e non ne pubblichi di nuove.
Una sentenza di Mantova fa scuola e impone il consenso di entrambi i genitori mentre a Brescia il Tribunale ha disposto il divieto per i genitori non solo di pubblicare le foto della figlia minore su blog e social, ma anche di usarne le immagini per il profilo su WhatsApp.(euronews)