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Nardò, 15 dic:_ Da subito abbiamo detto che l’incompiuta dell’Incoronata è il simbolo del passato. Oggi le nostre parole trovano conferma nelle reazioni di queste ore, che vedono da una parte il plauso dei neretini e dall’altra i protagonisti degli ultimi quarantanni di malagestione della cosa pubblica ansimare per trovare motivi di critica ad una azione doverosa e più volte invocata da tanti cittadini e finanche da Italia Nostra, che lo portò ai disonori della cronaca nazionale ed invitò l’amministrazione dell’epoca ad “abbattere l’ecomostro di via Incoronata per avviare un processo di riqualificazione urbana” in una città che è stata sempre caratterizzata da “una situazione ambientale preoccupante, con aree a verde che non conoscono alcun incremento e con quelle esistenti maltenute e poco attrezzate”. 


Quell’ammasso di cemento e ferro, autorizzato dalla giunta a soli venti giorni dalla morte di Renata Fonte e che porta in calce alla delibera di consiglio anche il nome di quel tristemente noto Antonio Spagnolo, oltre a quella di tanti altri notabili della vecchia politica (da Leuzzi Però, da Manieri Tarricone, fino a Gregorio Dell’Anna) i cui nomi riecheggiano ancora nella cronaca cittadina, poteva essere salvato solo trasformando quello scheletro in un “monumento allo spreco capace di essere l’imperituro simbolo di una politica inconcludente e sprecona”: quell’incompiuta, infatti, era pressoché irrecuperabile! Non poteva diventare null’altro che quello che sarà: un brutto ricordo!

La relazione redatta nel giugno scorso dall’Ingegnere Dell’Anna parla di:

  • degrado diffuso a carico degli elementi strutturali e non;
  • esecuzione non a perfetta regola d’arte;
  • criticità relative alla resistenza dei materiali in opera;
  • criticità significative in relazione alla verifica con azioni sismiche.

Questo significa che per completarlo parzialmente non sarebbero bastati neanche gli otto milioni di euro che chiese Risi per il completamento!
Inoltre la relazione cita il PPTR sottolinendo come la zona ricada nella “area di rispetto delle componenti culturali ed insediative” ovvero “nei siti di interesse storico culturali”.

Ciò significa che in quell’area “dovrà essere evitata ogni alterazione della integrità visuale nonché ogni destinazione d’uso non compatibile con le finalità di salvaguardia, individuando i modi per innescare processi di corretto riutilizzo e valorizzazione per il ripristino dei caratteri originari del contesto…”

Come sempre l’amministrazione guidata dal Sindaco Pippi Mellone si dimostra più attenta alla tutela del territorio e più concreta e coraggiosa di tutte quelle che l’hanno preceduta.
Ed oggi, più che mai, lo conferma l’abbattimento di quello che i più chiamano ecomostro ma che possiamo definire “sprecomostro” a causa del fiume di denaro che è stato sottratto alla comunità per fare cemento inutile invece che opere indispensabili per i cittadini.  

Segretaria cittadina di Andare Oltre
il Segretario, Luigi Maritati
il Vicesegretario, Antonio Perrone

In allegato: stralcio di delibera di Giunta, di delibera di Consiglio e foto tratte dalla relazione tecnica