Bari 16 nov:_ “I territori di Galatone e Nardò e dei comuni confinanti non possono permettersi nessuna nuova discarica, dal momento che in quelle zone insistono già i siti di Castellino, per cui da anni si aspettano la messa in sicurezza e la successiva bonifica e la discarica Rei, oggetto di inchiesta da parte della Procura di Lecce, per lo smaltimento di amianto ”. Il consigliere del M5S Cristian Casili esprime così la sua contrarietà in merito alla richiesta per la realizzazione di un nuovo impianto sul lotto 208 del distretto industriale di Galatone e Nardò. Paradossale, secondo il consigliere pentastellato che, per un’autorizzazione così importante e complessa, l’iter autorizzativo si sia consumato in pochissime settimane e a pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Galatone, consentendo alla Provincia di Lecce, il 27 giugno del 2017, di dare il via a questo nuovo impianto.
“Si è partiti – spiega il vicepresidente della V commissione Ambiente – da una richiesta di autorizzazione unica alla Provincia con allargamento dei codici “CER” che passano dagli originali 14 codici a ben 124 codici con la nuova autorizzazione, in cui vengono inclusi anche rifiuti pericolosi e non pericolosi e rifiuti speciali, tutto puntualmente elencato in questa autorizzazione unica. Le quantità dovrebbero essere 6700 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi e 34000 tonnellate annue di rifiuti non pericolosi. Si tratterebbe quindi di un sito di stoccaggio e trattamento, mentre lo smaltimento verrebbe fatto altrove”.
In sede di Conferenza di Servizi il comune di Galatone, con la passata amministrazione Nisi a fine mandato, ha dato parere favorevole, sia a mezzo dell’ufficio ambiente che a mezzo dell’ufficio urbanistica, mentre Arpa e Asl hanno scritto diverse prescrizioni che sono presenti nell’autorizzazione unica.
“In buona sostanza- continua Casili – è come se l’autorizzazione fosse stata messa in piedi in Conferenza di Servizi perché la proposta originaria era carente sia nella progettazione che nella formulazione, tanto che le prescrizioni Arpa sono state circa venti. È fondamentale che oggi il Comune di Galatone chiarisca la questione da un punto di vista urbanistico, essendo quella una zona Asi e dica se sono state fatte le comunicazioni di inizio lavori all’ufficio urbanistica al fine di evidenziare un blocco di legittimità sull’intervento. La Regione non è entrata nel merito perché non ha competenza, ma è fondamentale da parte di Grandaliano ed Emiliano una presa di posizione forte”.
Il Vicepresidente della Commissione Ambiente ha più volte sollecitato la Giunta a incentivare gli impianti pubblici che consentirebbero di chiudere il ciclo dei rifiuti eliminando per sempre il ricorso alle discariche, puntando su compostaggio di prossimità e sulle attività di recupero dei materiali attraverso un’impiantistica efficiente che ridurrebbe il peso della Tari
“L’intervento di Arpa Puglia non può non allarmarci – incalza Casili – e in sostanza rileva che la situazione epidemiologica dell’intero salento è così satura da non permettere l’installazione di alcun impianto, perché potrebbe rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso, come scritto sul progetto eliantos che si stava realizzando a Casarano. Il Comune di Nardò che è coinvolto direttamente nella vicenda non è stato invitato alla Conferenza di Servizi, malgrado ricada sullo stesso territorio condividendone una zona industriale. Per questo riteniamo che il Sindaco Mellone debba urgentemente sottoporre alla Provincia l’esclusione della sua amministrazione alla conferenza di Servizi. C’è poi la Provincia che non può restare inerme trincerandosi dietro l’autorizzazione. I Comuni di Galatone e Nardò devono porre in essere tutte le azioni necessarie a scongiurare questo intervento. È necessario che tutti i Comuni salentini prendano posizione e non accettino più discariche sul proprio territorio e che la Regione si impegni una volta per tutte a modificare le strumentazioni urbanistiche provinciali e regionali in tema di rifiuti”.