Veglie 14 nov:_ “L’area di “Lupomonaco” dista due chilometri da Veglie e insiste su un’area di circa 25 ettari, quasi tutti di proprietà comunale. Negli anni questo luogo è stato oggetto di incendi, spesso si è trasformato in una discarica di rifiuti speciali che tutt’oggi vengono illecitamente scaricati arrecando danni a carico della comunità vegliese costretta a sostenere i costi di rimozione.
Un degrado ed abbandono che devono terminare assicurando il mantenimento e la conservazione degli habitat naturali e delle specie di particolare rilevanza floristico-vegetazionale che fanno di “Lupomonaco” un luogo unico .
Nel 2011 uno studio condotto dall’Orto Botanico dell’Università del Salento sotto il coordinamento del Prof. Medagli, volto ad una caratterizzazione florostico-vegetazionale di alcuni siti a macchia mediterranea nel territorio di Veglie, evidenziò la presenza di specie vegetali di grande importanza e meritevoli di tutela ai sensi della Direttiva Habitat. In particolare, sono state censite alcune specie, che caratterizzano l’habitat 6220*, tipiche di vegetazioni di macchia/gariga e pseudo steppa.
Nell’area, inoltre, sono presenti varie specie di orchidee come la specie Serapias politisii, tutelata dalla Convenzione di Washington.
Casili comunica come, sollecitato dal Meetup cinque stelle locale e dai consiglieri di opposizione Cosimo Vetrano, Stefania Rapanà e Luigi Spagnolo, che da tempo si spendono per la sua salvaguardia, si sia recato personalmente sul posto per effettuare dei sopralluoghi che hanno evidenziato le necessità di intervenire urgentemente per limitare l’accesso ai cinque varchi dell’area, di dotare l’intera superficie di una recinzione in muretti a secco ripristinando quelli danneggiati o crollati eventualmente anche attraverso le prossime misure di finanziamento del PSR regionale.
“La zona – prosegue Casili – ricade, tra l’altro, in aree identificate dal PPTR come Boschi nelle quali è necessario limitare e ridurre gli interventi di trasformazione. Pertanto mi sono fatto portavoce delle istanze provenienti dalle associazioni locali che da troppo tempo chiedono risposte su Lupomonaco. Chiederò alla Giunta di riconoscere Lupomonaco come area dall’alto valore naturalistico e paesaggistico e di proporre al Ministero l’istituzione di un SIC al fine di tutelare gli habitat naturali e di specie presenti nell’area, la macchia mediterranea e il bosco, restituendo ai cittadini di Veglie un’area che garantirebbe una serie di attività di ricerca, didattiche, sportive, turistiche disciplinate da una corretta gestione nel pieno rispetto delle emergenze ambientali con un ritorno di immagine che farebbe bene al Comune e ai suoi cittadini visto che l’area ricade a 2 chilometri dal centro abitato. La tutela del bosco – conclude – sarà anche una grande opportunità per i cittadini vegliesi infatti su altri territori dove insistono superfici così grandi, dall’alto valore naturalistico e paesaggistico e a poca distanza dal centro abitato, si realizzano attività multidisciplinari, come ricerca per l’università, didattica per le scuole locali, attività sportive di diverso tipo ed eventi compatibili con il rispetto della natura”.