Nardò 4 nov:_ Dieci proprietari di immobili ubicati in prossimità del fronte mare fra Santa Maria e Santa Caterina impugnano davanti al TAR di Lecce il piano coste del comune di Nardò appena licenziato , 31 luglio 2017, dopo una gestazione durata quasi cinque anni. Secondo l’avvocato leccese Daniele Montinaro- legale dei ricorrenti- “Incredibilmente il Piano Comunale delle Coste non è stato sottoposto alla VAS ( valutazione ambientale strategica) nonostante la particolare rilevanza della costa e dei siti interessati, unici nel panorama regionale”.

Ing. Ettore Tollemeto

La particolarità di cui fa riferimento l’avvocato Montinaro sono da inquadrare nella peculiarità specifica dei siti che da Porto Selvaggio arrivano sino alla Palude del Capitano che ricordiamo sono tutelati da regole certe in fatto di tutela ambientale.

La questione verte sul numero sproporzionato delle strutture previste che solo nell’area interessata dall’azione legale dei ricorrenti risultano 16 stabilimenti.  16 strutture che “rivoluzioneranno” non poco il tratto di fronte mare visto la carenza di spazi adeguati di parcheggi e una viabilità che fa acqua ogni stagione grazie a quell’urbanizzazione “scellerata” perpetrata a metà del secolo scorso e mai rimodulata in funzione di una crescita demografica umana e automobilistica.

Secondo l’assessore all’urbanistica . l’ing. Ettore Tollemeto:” Non ho nessuna intenzione di commentare ricorsi utilizzati strumentalmente per guadagnare una eco mediatica gratuita e di anticipare discussioni che andrebbero fatte eventualmente all’esaurirsi dalle iniziative giudiziarie. Che, per carità, sono assolutamente leggitime, ma credo che non sia obbligatorio trasformarle in dispute mediatiche, peraltro perfettamente inutili.

Mi limito a dire che il PCC ha avuto un iter assolutamente corretto. Conclude Tollemeto-” E’ uno strumento che consideriamo strategico per lo sviluppo turistico della città e di tutto il territorio”.-