Roma 28 sett:_Via libera bipartisan dall’Aula del Senato al ddl sui piccoli Comuni. Con 205 voti a favore, nessuno contro e 2 astenuti, ora il provvedimento è legge. Ecco alcune tra le misure principali della legge Realacci (Ermete Realacci, è stato primo firmatario del ddl) per la valorizzazione dei Piccoli Comuni.

Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023. Diffusione della banda larga e misure di sostegno per l’artigianato digitale; semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi; interventi di  manutenzione del territorio con priorità per la  tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico; messa in sicurezza di strade e scuole e interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico; acquisizione e riqualificazione di terreni e edifici in abbandono; possibilità di acquisire case cantoniere da rendere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo;

realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici e di mobilità dolce; possibilità di acquisire binari dismessi e non recuperabili all’esercizio ferroviario, da utilizzare come piste ciclabili; dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, possibilità per i centri in cui non ci sono uffici postali di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali; facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi, in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, nonché per attività di volontariato e culturali; interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli comuni; promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e del loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica.

Decaro, Anci: ‘agenda controesodo’ “La dimensione demografica non è un difetto, lo spopolamento lo è. Ma lo spopolamento non è una sorte ineluttabile. Con l’approvazione di questa legge finalmente si sancisce la specificità dei piccoli Comuni, si fissa il principio basilare che questi centri hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità. E si mette un passo fondamentale per invertire la tendenza. Per quella ‘agenda controesodo’ che l’associazione dei Comuni ha lanciato durante i lavori dell’assemblea del 30 giugno a San Benedetto del Tronto”. Lo afferma il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. I piccoli Comuni, definizione che – ricorda una nota – ricomprende tutti quelli al di sotto dei cinquemila abitanti, sono 5.591 e rappresentano il 69,9% dei Comuni italiani. Occupano il 54% del territorio nazionale, e sono il luogo in cui vivono 11 milioni di persone. Dal 1971 al 2015 in quasi 2.000 piccoli Comuni la popolazione è diminuita di più del 20%. Ci sono problemi gravi in tremila comuni. Un’inversione di tendenza, anche sulla base di una analisi statistica condotta da Anci è possibile: 581 piccoli Comuni hanno fatto registrare un trend demografico positivo del 9 per cento circa tra il 2008 e il 2015.

Dove si registra questo ‘controesodo’ il reddito imponibile medio cresce più velocemente. Per consolidare questa controtendenza, sostiene Decaro, occorre “un finanziamento stabile, un bando destinato alle aree interne, sul modello del bando periferie, in sintesi serve uno strumento di sviluppo affidato ai Comuni”. “La legge appena approvata – spiega Decaro – mette a disposizione i primi fondi mirati, 155 milioni, e individua criteri precisi per la loro ripartizione tra i Comuni e i territori con particolari criticità. I primi cento milioni sono destinati al finanziamento di investimenti per tutela dell’ambiente ed altro. A queste risorse si aggiungono altri 54 milioni per la progettazione e la realizzazione del sistema nazionale di ciclovie turistiche.

Realacci: ‘la battaglia ora è ottenere più fondi’ “Una bella giornata per chi vuole bene all’Italia: con il varo pressoché all’unanimità del Senato possiamo finalmente brindare alla mia legge  per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Un testo bipartisan approvato all’unanimità alla Camera lo scorso settembre, nato a partire da una mia proposta di legge cui durante l’esame a Montecitorio si è collegata quella analoga della collega Terzoni, che aiuterà l’Italia ad essere più forte e coesa, ad affrontare il futuro. Un risultato raggiunto grazie ad un lavoro ampio e comune del Parlamento e al sostegno dell’Anci e di molte organizzazioni, a partire da Legambiente e Coldiretti. Così Ermete Realacci.

Questo testo, è un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy- dice Realacci- L’importanza dei Piccoli Comuni, del resto, si è vista anche nel terremoto con il ruolo fondamentale per la tenuta delle comunità svolto da tanti Sindaci”. A chi critica l’esiguità del Fondo istituito Realacci ribatte: “Il fondo lo avrei fatto anche a zero: pur se in sede di Legge di Bilancio si dovrà fare una battaglia” per ottenere più risorse a favore dei Piccoli Comuni “quello che è importante è il cambiamento nella maniera in cui si guarda al futuro dell’Italia, a questo importante e prezioso segmento del Paese”. –