Il cece di Nardò, legume dell’agro neretino, entra nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) riconosciuti dall’Unione europea. L’importanza di questo riconoscimento e i possibili benefici che potranno derivarne sono stato oggetto di una conferenza stampa oggi a Palazzo Personè.

L’elenco dei Pat comprende prodotti che per tradizione e genuinità meritano di essere diffusi e conosciuti e che sono il segno tangibile della nostra tradizione in termini di sapori e saperi. Non a caso, le oltre cinquemila specificità locali ricomprese nell’elenco sono state riconosciute “espressione del patrimonio culturale italiano”. La filiera “Food” di Laica (associazione di imprese e professionisti con sede a Lecce) ha curato l’istruttoria presso gli uffici regionali dell’iter per il riconoscimento del cece di Nardò, in collaborazione con l’associazione Verdesalis e proprio con Massimo Vaglio.

Il cece di Nardò è un prodotto salentino che va arricchire il patrimonio nazionale delle tipicità agroalimentari codificate, che hanno consentito in molti casi una enorme visibilità ai territori e alle città di provenienza, come ad esempio i pomodori di Pachino, il pistacchio di Bronte o la cipolla di Tropea.

Vi proponiamo  una documentazione dettagliata delle motivazioni e le potenzialità legate al prodotto PAT esposte dal presidente di Laica Roberto Fatano, il responsabile della filiera “Food” di Laica Davide Montefrancesco.

Importante traguardo per Massimo Vaglio ,mentore del progetto, e i componenti dell’associazione Verdesalis. Gianni Casalute e Ivano Manca che con il loro lavoro di produttori hanno reso visibile la bellezza del cece di Nardò ora con denominazione PAT

 

https://youtu.be/wD5gyMfLHgg

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