Nardò 5 lug:_ Nell’abbandonare in punta di piedi, come suo stile, il Partito democratico cittadino e nazionale Rino Giuri ci ha lasciato uno scritto che è un punto di vista attento e condivisibile sull’attuale situazione politica locale. Tra i saluti doverosi, le tirate d’orecchi ai vecchi compagni di partito e di coalizione che hanno sottovalutato il pericolo Mellone e gli hanno lasciato campo libero, nel ballottaggio, per ribaltare le sorti delle elezioni comunali, l’ex Segretario disegna con lucidità estrema gli errori commessi e i nuovi intrecci che si sono venuti a creare tra il nuovo Sindaco e una parte politica del Pd pugliese che pur ancora allocata tra le fila del suo vecchio contenitore ideologico è abituata a tessere trame contro i suoi stessi compagni di partito.

Nel fare questo lancia un allarme che possa servire da monito agli iscritti rimasti nel Pd neritino affinchè gli stessi non possano essere utilizzati, da coloro che manovrano i fili in sede regionale, per poi essere relegati in un angolo dopo essere stati usati per assecondare,in un secondo momento, i voleri del nuovo organo di potere presente da un anno in città con il quale nel frattempo hanno stretto legami dichiaratamenti molto stretti . Nardò purtroppo, nella politica, ha da sempre rappresentato il perfetto schema medioevale di tipo feudale e di forma piramidale, dove il Re o l’Imperatore di turno assegnavano delle piccole porzioni di territorio ai vari signorotti per alimentare, tra di loro, invidie e manie di protagonismo  in modo tale che non potessero mai rappresentare un vero pericolo per il reale Governatore al potere dimorato sempre a debita distanza dalla città.

Memore di questo e cosciente di anni trascorsi a vedere battaglie intestine con alterni risultati, Rino Giuri dall’alto della sua esperienza e ormai prossimo a lasciare il proprio spazio alle nuove leve, cerca di non far ricadere negli errori commessi nel passato i giovani che si avvicinano, a loro volta, alle idee portate avanti dalla sinistra o di quel che resta.

Le magistrali mosse del Presidente della Regione Emiliano prima e della fidata luogotenente Loredana Capone poi, non sono passate inosservate agli occhi più attenti, certamente hanno sollevato numerosi dubbi e ombre sul vero intento di questi politici di lungo corso sul futuro della nostra cittadina.

Sino a oggi il nostro territorio ha ottenuto da questi personaggi soltanto dei proclami altisonanti su programmi attuativi sinora inesistenti, no scarico a mare, riuso delle acque in agricoltura, risanamento della discarica di Castellino, interventi strutturali sull’economia locale, containers per l’alloggio degli stagionali, impegni declamati ma nessuno ancora portato a termine che la dice lunga sulla chiara volontà, di queste figure politiche, di non mettere la giusta attenzione, ribadita al contrario dalle parole, alle questioni neritine.

Non ci stancheremo mai di ripetere come Nardò abbia i numeri, da sola, per essere padrona, insieme ad altre realtà numericamente e storicamente importanti, del proprio futuro senza attendere che paesi ben più piccoli possano decidere dei destini di una città ricca di cultura, di bellezze architettoniche di inestimabile valore, di chilometri di costa e di ambienti rurali unici e tutti da scoprire. Le divisioni interne,come sempre, non porteranno alcun valore economico ai nostri concittadini ed è bene che questa considerazione resti impressa chiaramente nella mente di tutti per riuscire, per una volta, uniti a dare una svolta a questa deriva socio-politica che si trascina da anni.