Nardò 31 Mag:_ Il consigliere Marinaci precisa la propria posizione in ordine alla fuoriuscita dalla maggioranza Melloniana. La coerenza che contraddistingue il Marinaci lo porterà, immaginiamo a breve, a rinunciare alla carica di v. presidente del consiglio. “Tengo a precisare che rispetto a quanto appreso dalla Gazzetta (edizione Lecce provincia del 31 maggio 2017 cronaca di Nardò pag. VIII) l’unica certezza che mi riguarda è il mio piazzamento all’opposizione in consiglio comunale, rinviando al futuro ogni altra decisione. Dato per scontato che il mio candidato sindaco nella competizione elettorale trascorsa era Antonio Vaglio che, come è noto, non ha raggiunto, con mio enorme disappunto, il ballottaggio.
Rimaneva a mia disposizione la scelta del disimpegno elettorale nella fase finale. Oppure, nella consapevolezza che occorra sempre assumersi le responsabilità di una scelta, la decisione, in accordo con il mio gruppo di amici e sostenitori, di dar credito al “nuovo che avanzava” rappresentato da Pippi Mellone.”

Adesso ne prende le distanze. Si è ricreduto?

La maggioranza esiste solo sulla carta. Non ci sono riunioni, non si discute dei problemi della Città, e non vi è alcun confronto. Decide una ristrettissima oligarchia e una gestione siffatta penso che aumenti solo il rischio di sbagliare. Ma questa è Nardò non certo la Repubblica di Salò. Ed i consiglieri comunali non dovrebbero essere “solo” dei soldatini di piombo. Sottolineo quest’ultimo aspetto per dare rilievo alla concezione del governo delle persone e delle cose che deve essere inclusivo delle più larghe istanze, a partire dall’opposizione, e giammai rappresentato da una sorta di fortilizio armato, arroccato nella torre più alta del nostro palazzo: di qua armigeri e squadristi armati, di là gli ignobili altri ridotti all’impotenza e al silenzio. Questa è la visione della vita e della società che odio e contro la quale mi batterò sempre con tutte le mie forze.

La rivoluzione di cui si è fatto portavoce?

Basterebbe guardare alle politiche ambientali, ahimè queste sconosciute. E se il ventilato grande cambiamento si attua rispolverando l’uomo per tutte le stagioni, Natalizio, e la sua innovativa (sic) visione sul Parco di Porto Selvaggio che è la stessa, almeno, degli ultimi 15 anni. E sulla Sarparea gli ambientalisti, a giorni alterni, fanno calare la cortina del silenzio… Ce n’è abbastanza per temere il peggio. Ma sgomenta proprio la gestione della cosa pubblica, persino sotto emergenza neve, laddove si scopre che ammirevoli volontari si sono fatti i selfie imbracciando pale e trattori solo in nome di una lauta prebenda. Le bugie hanno le gambe corte.

Deve ammettere che anche il linguaggio politico del sindaco appare denso di novità…

Il suo resta un linguaggio inconcepibile per chi si ostina a definirsi per primo, ironia della sorte, sindaco di tutti. Chi dileggia gli avversari, dimentica volutamente la Shoah, attacca la stampa e ricorre all’auto incensamento e ad una propaganda ossessiva che ricorda i periodi più bui della nostra storia, è solo sindaco, al più, di una piccolissima parte: solo e soltanto se stesso. La grande tradizione di Nardò Città dell’accoglienza viene calpestata ogni giorno con l’oblio ed un museo della Memoria chiuso. Ed è  grave. Penso che non abbia abbastanza stoffa, né esperienza per rappresentare dignitosamente questa comunità.

Mellone ha attaccato i revisori dei conti per il parere negativo rispetto al rendiconto 2016.

Penso che chi gestisce la cosa pubblica dovrebbe essere controllato dalle minoranze, piuttosto che da se stesso, proprio per evitare il rischio dell’inquinamento. Riguardo ai revisori penso che sia il segno della mancanza di rispetto verso le istituzioni. La stessa “eleganza” che ha portato scompiglio alle primarie del PD.

Sulla gestione del patrimonio edilizio non sono mancate le polemiche…

Da una parte, con la scusa di ridar vita al centro storico, sfratta gli anziani e sodalizi dalla storia consolidata come la società operaia e il circolo emigranti, che pagavano, a suo dire, una pigione da privilegiati, dall’altra concede, a fitto risibile ed ipotecandone il futuro, ad associazioni a lui vicine, (eterni adolescenti che nel tempo libero giocano alla guerra, forse proprio perché non la conoscono) immobili di pregio. A dimostrazione che gli unici privilegiati sono gli amici suoi.

Quello che ritiene più grave…

La “cerimonia del presente” ed i saluti fascisti in onore di tal Ramelli, visti sul web, non sono folklore e, ne danno la misura. Che fa il paio con la non accettazione della satira e della benché minima critica. Penso che sia il segnale più preoccupante. Il sindaco multicolor, come è stato definito, nasconde il peggior trasformismo, ed accomuna, in nome della convenienza, da ex vendoliani a casapound. Bisognerebbe spiegargli che le idee non sono inutili orpelli. Dubito che sia capace di comprenderlo.

Giancarlo Marinaci

Vice pres. Consiglio comunale di Nardò