Nardò 8 Aprile_di COSIMO POTENZA_Prima di iniziare qualsiasi valutazione ed entrare nel merito della gravosa questione è necessario e obbligatorio esprimere una doverosa premessa. La nostra Redazione si è sempre battuta e fornirà il suo appoggio, in ogni momento, a qualsiasi iniziativa che abbia basi solide per contrastare lo sversamento in mare dei reflui fognari.

Dobbiamo prendere atto però che, allo stato attuale, le normative vigenti suffragate anche da numerose sentenze del Tar di Lecce, entrate nel merito per altre tematiche simili alla nostra, non aprono il varco per i depuratori di Nardò e Porto Cesareo ad alcuna soluzione diversa dallo scarico a mare delle acque depurate. Quindi a meno che non si pone mano per cambiare DLGS 152/2016 e il PTA vigente qualsiasi piano programmatico che valuterà una soluzione diversa dovrà tenere presente i limiti imposti dalla legislazione vigente a meno che qualcuno non abbia in mente di porsi al di sopra della Giustizia Italiana.

Tra l’altro come espresso, in maniera chiara e senza equivoci di sorta, dal dott. Angelo Patera nel convegno dell’11 novembre 2016 a Porto Cesareo, la prospettiva del riutilizzo in agricoltura dei reflui affinati, di per sè una soluzione ottimale e condivisibile, è penalizzata dalla mancanza di strutture idonee a rendere accessibile oltre che conveniente l’utilizzo di questa risorsa idrica da parte dei soggetti interessati al consumo . L’esempio principe è il vicino depuratore di Gallipoli dove sono stati inclusi per il riutilizzo in agricoltura delle acque depurate circa 1000 ettari di terreno facenti capo al consorzio bonifica Li Foggi, di questi, solo 37 ettari hanno usufruito di questa risorsa pari al 4% del totale preso in considerazione. Un numero infinitesimale di fronte alla massiccia produzione giornaliera di liquidi configurabile a 5 giorni annui di flusso.

Riportato su Nardò il sistema progettato per quella zona riuscirebbe a malapena ad assorbire 1 giorno di produzione di acque depurate, il resto, come avviene per Gallipoli, verrebbe costantemente sversato in mare. Per rendere appetibile tale prospettiva diventerebbe obbligatorio realizzare una condotta di distribuzione “duale” per dare modo agli imprenditori di scegliere quale soluzione preferire, in virtù delle esigenze del momento. Insieme a questa priorità occorrerebbe anche abbassare i costi attuali per le acque depurate, 24cent mc, per rendere interessante il loro utilizzo invece di vedere sprecata in mare questa ricchezza con enorme danno per l’ecosistema marino , la salute pubblica e il processo di desertificazione del territorio già in atto da tempo.

Questi sono i motivi fondati per cui a leggere le dichiarazione dei nostri Eroi cittadini ci viene quasi da ridere nel constatare con quanta leggerezza diano per scontato un risultato che non ha valutato alcun aspetto finale della situazione programmata. Ascoltare poi dichiarazioni senza cognizione di causa che inneggiano alla vittoria per aver eliminato totalmente lo scarico a mare significa dover dare credito a una teoria senza basi solide se non quella di prendere in giro ulteriormente la popolazione ripercorrendo le orme dei loro predecessori. Come sarà possibile adagiarsi su uno scritto di valutazione o fattibilità che dir si voglia essendo ben consapevoli che le progettazioni, oggetto di approvazione lunedì prossimo, non potranno mai avere riscontro positivo se non intervengono cambiamenti nelle normative che le rendano idonee alle leggi? C’e’ da porsi una semplice domanda: Ha ragione chi crede ancora nelle favole o chi si basa sulla realtà dei fatti?

Con l’approvazione del decreto legge n. 243 promulgato il 29 dicembre 2016 e l’arrivo del commissario alle porte pensare che questo foglio non sia solo mera propaganda elettorale è il minimo a cui vien da fantasticare altrimenti si dovrebbe parlare di incompetenza manifesta da parte di chi propone e chi accetta certe soluzioni inapplicabili nella realtà. I cittadini stanno aprendo gli occhi e sono sempre meno coloro che son pronti a credere alle promesse vane.

Non bisogna mai fare società con i più forti e i più furbi perchè il debole e l’ingenuo ne uscirà sempre con le ossa rotte.
( Fedro ) Link di riferimento : Il nodo gordiano – Depurazione tra Nardò e Porto Cesareo nel convegno dell’undici novembre 2016