Nardò,29 marzo_di COSIMO POTENZA_Dopo il consiglio comunale di ieri sera ci siamo resi conto di come parlare di opposizione in questa città sia diventata una vera utopia. Tutto questo nonostante il coraggio dimostrato dal consigliere Siciliano che praticamente da solo ha sostenuto l’impari lotta nell’assise consiliare. I suoi interventi sono stati gli unici ad acquisire credibilità soprattutto per la sua giovinezza politica che non offre la possibilità, agli scheletri negli armadi purtroppo posseduti da altri, di emergere.

Ci sembra assurdo che partiti politici che hanno tracciato la storia cittadina non si rendano conto di dover dare un taglio netto con il passato per poter ritornare a ottenere consensi tra l’opinione pubblica. Dovrebbero essere i coordinatori di queste sezioni cittadine a capire che è giunto il momento di dover dare una chiave di svolta al cammino storico percorso sino a oggi per intraprendere strade più limpide che possano ottenere attendibilità senza timori di passati scomodi.

Ieri abbiamo assistito in consiglio comunale al funerale della “Democrazia” accompagnata nel suo viaggio di morte dalla “Trasparenza” tanto sbandierata in campagna elettorale dal nostro attuale primo cittadino. L’arroganza dimostrata dai consiglieri della maggioranza nei confronti degli inconsistenti numeri contrari ha dato la dimensione di come questi ragazzi considerano le parti contrarie alle proprie ideologie, che tentano di contraddire il proprio “Verbo Assoluto”, come figure inutili da deridere e da osteggiare.

L’apice di questo atteggiamento provocatorio e dittatoriale è stato toccato nel momento in cui i Revisori dei Conti del nostro comune , su domanda del consigliere Piccione hanno chiesto al Presidente del Consiglio ing. Tollemeto di poter intervenire per precisare alcuni aspetti necessari per fare chiarezza sulla problematica oggetto della discussione. Nonostante l’intervento non rappresentasse alcun pericolo per la futura approvazione del punto all’o.d.g., visto la compattezza gerarchica della maggioranza, il Presidente si è arrogato della facoltà, prevista dal regolamento, di non dare la parola al delegato dei Revisori per poter esprimere le proprie considerazioni, chiedendo persino ai vigili urbani presenti di allontanare dall’aula il revisore che insisteva nel richiedere la possibilità di fornire delucidazioni sull’argomento trattato.

E’ allucinante il solo pensare che in un contesto democratico, il consiglio comunale raffigura l’esempio più alto nell’ambito cittadino di questa pratica popolare, qualcuno possa negare la facoltà di esprimere il proprio giudizio per fare in modo che i presenti abbiano le informazioni più ampie per realizzare le proprie giuste osservazioni o conclusioni, arrampicandosi su cavilli burocratici che cozzano con la parola “Trasparenza” così tanto elogiata in precedenza tanto da essere messa al primo posto del programma elettorale della Coalizione vincente. Occorre dare un freno a questa arroganza manifesta per ridare un senso democratico a tutte le istituzioni e per ottenere questo l’opposizione dovrà proporre nuove figure in grado di contrastare in maniera efficace le certezze di questi giovani leoni che, con la forza dei numeri, fanno la voce grossa verso gli agnelli sacrificali presenti tra i banchi contrari. Elementi che possano gridare l’indignazione senza poter essere azzittiti attraverso la minaccia di far emergere cattive azioni compiute nel recente passato. I consiglieri eletti tra le file della minoranza, con attività pregressa, dovrebbero avere il buon senso di fare un passo indietro per dare spazio a nuovi personaggi senza un trascorso amministrativo. Questa via è l’unica percorribile per minare le sicurezze del Governo cittadino e farli fare attenzione nelle azioni future per non incorrere in cadute evidenziate con cognizione di causa e senza timori dalla minoranza presente in consiglio. Rivolgiamo il nostro appello ai consiglieri Risi, Piccione e Falangone affinchè per il “Bene Comune Cittadino” prendano al più presto la saggia decisione.