Siamo spossati di osservare quotidianamente azioni che sono compiute senza alcuna riflessione .            Questo sfogo propositivo giunge dall’intera Redazione del nostro giornale che osserva da vicino le imprese della nuova amministrazione e che negli otto mesi di governo ha cercato in tutti i modi di correggere gli errori o di evitarli ,in molti casi, prima che potessero compierli ma, nonostante il nostro continuo impegno , i suggerimenti e i consigli gratuiti, siamo rimasti perennemente inascoltati.

 

Prova ne è il nostro ammonimento lanciato con un articolo nel “Giorno della Memoria” il 25 gennaio scorso nel quale mettevamo in guardia le istituzioni di governo di mantenere, per il 10 febbraio “ Giornata in ricordo delle “Foibe”, lo stesso basso profilo usato nel precedente evento per non cadere nella trappola che sicuramente avrebbero teso gli oppositori e di essere accusati così , a ragione, di usare un peso e due misure per le due giornate politicamente diverse ma nello stesso tempo uniche nel dolore dedicate al ricordo.

Detto fatto hanno pensato bene ieri 10 febbraio, come da noi ampiamente documentato, di sfidare ancora una volta l’opinione cittadina pur di rimarcare la loro appartenenza politica. Uno scivolone ingiustificabile per coloro che sono stati chiamati a rappresentare l’intera città e non solo una parte di essa.

Inoltre, come se non bastasse già una brutta figura giornaliera ,testardamente hanno continuato a insistere sulla stessa strada intrapresa con un comunicato discutibile.

L’amministrazione ha deciso senza prima aver aperto dibattiti, ascoltato opinioni, valutato soluzioni e capito bene il tessuto sociale cittadino di sfrattare antiche associazioni presenti da sempre nel centro storico per “ghettizzarle” in un contenitore lontano dal cuore pulsante e che la sera si affaccia sul vuoto in assoluto.

Questa decisione è stata presa , da qui il nostro titolo, come tutte le altre in maniera improvvisata con idee sorte tra le chiacchiere senza alcuna base di riflessione come appunto possono essere i discorsi intrapresi in un bar. Cercare le modernità in un contesto storico è banale inusuale e poco consono al tessuto ambientale in cui si cerca di proporre le nuove soluzioni.

Il centro cittadino va pensato facendo rivivere tutte le vie che si riversano nel salotto di Piazza Salandra e non svuotando i locali che si affacciano sulla stessa per concentrare le nuovi attrazioni in un solo punto.

Creare un “marasma” cittadino di soli giovani che possono sfociare in un anarchia convulsiva degenerativa,visti gli scarsi controlli effettuati, per il solo gusto di vivacizzare quel poco spazio ci sembra un’idea eccessiva e fuori da ogni schema di pensiero.

Gli anziani in quel contenitore come può essere considerata la “Chiazza” fungono da occhio vigile affinchè il disordine non si instauri in quell’ambiente già a rischio e sfrattarli senza aver pensato alle conseguenze un’offesa imperdonabile verso chi ha scritto la storia di una città.

Discorso a parte poi va fatto per la sede storica della “Società Operaia” un’associazione nata nell’epoca in cui è stata fondata la nostra nazione e che è stata per lungo tempo un’ icona per il paese e un aiuto sostanziale nei periodi in cui il lavoro stentava a decollare fornendo aiuti sostanziali agli associati e a tutti i cittadini.

Togliere dal centro un’istituzione così importante invece di valorizzarla magari aprendo le porte del sodalizio a immagini fotografiche antiche sul lavoro svolto negli anni dalla stesso magari attraverso cenni storici fondamentali per creare attenzione e farlo così rientrare nel circuito di interesse turistico per adibire i locali in attività commerciali o nell’ennesimo bar ci appare una visione alquanto miope di quello che può essere inteso un centro culturale , architettonico e di svago moderato come lo è il nostro salotto cittadino.

Questi giovani neofiti della politica al potere si stanno rivelando non all’altezza al ruolo al quale sono stati chiamati a svolgere dagli elettori .A questo punto occorre dare un freno a queste iniziative inopportune e inappropriate chiedendo di intavolare un continuo discorso costruttivo da parte di tutti gli enti presenti sul territorio al fine di porre un freno alle iniziative estemporanee che creeranno nel tempo più danni degli effettivi miglioramenti paventati.
La struttura di piazza S. Pietro, dove si è deciso di convogliare gli anziani , non può essere utilizzata per le poche ore serali in cui sono soliti frequentare i membri delle varie associazioni che si intendono spostare ma deve essere viva e soprattutto attiva per gran parte della giornata magari creando un centro che possa fornire un luogo di aggregazione ai tanti giovani che non hanno un posto dove socializzare per ridare loro degli interessi alternativi riproponendo attività ludiche informative e culturali che oggi sono assenti nella nostra città.

Nardò: Piazza S.Pietro,ex struttura servizi sociali & Istruzione

Istituire inoltre una sede adatta per corsi formativi e didattici , spazi aperti per iniziative istantanee come possono essere uno studio di forme musicali o un posto dove far riunire giovani artisti in erba, tantissime soluzioni per rendere pulsante uno spazio vitale e non abbandonato a se stesso.

Siamo in attesa che le persone che avranno voglia di affrontare la questione “Cum grano salis” ci diano il loro appoggio per richiamare i nostri ardimentosi giovani e farli recedere dagli impulsi di “panza” per poter affrontare insieme a loro con spirito di collaborazione e giudizio problemi di interesse generale che non sorgano da idee nate per soddisfare le esigenze di pochi.