Nonostante la nostra Redazione in vari articoli abbia chiesto di conoscere, dall’attuale amministrazione, quali posizioni e quali strategie intendessero seguire sulle questioni di massimo interesse territoriale, a oggi dal palazzo sono giunti esclusivamente silenzi e atteggiamenti pilateschi. Di recente abbiamo anche lanciato un monito preciso sul progetto “Oasi Sarparea” individuando nel sindaco Mellone e nell’assessore con delega all’ambiente De Tuglie i personaggi qualificati per dare una risposta ai cittadini in virtù dei loro trascorsi di paladini della difesa degli ulivi e in special modo di quelli ultra secolari presenti in gran numero nel bosco della zona sotto attenzione, certamente in dimora e datati sin dal 1443 come scritto nella memoria storica delle carte mappali e rievocative del tempo.
Ora appare strano che dopo aver utilizzato ,per la vittoria in campagna elettorale, le bandiere ambientaliste ,spesso alzando i toni sulla salvaguardia della vegetazione presente, dei paesaggi, della salute delle acque e soprattutto della non incentivazione delle volumetrie del Pug auspicando un possibile ridimensionamento a vantaggio della riqualificazione dell’esistente , oggi una volta eletti possano aver dimenticato i loro ideali e le loro battaglie chiudendosi , come lo smemorato di Collegno, nel loro castello fatto di lontani ricordi e di mezze verità mai del tutto riconfermate.
Eppure la devastazione del nostro territorio è in corso già da tempo immemore con l’abusivismo dilagante e continua in maniera lecita nel presente con il progetto in stato di realizzazione sempre nelle adiacenze della Sarparea portato avanti dalla So.vi.va che dopo aver ottenuto dal comune di Nardò l’autorizzazione paesaggistica nel 2008 e dopo aver vinto un ricorso presentato dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali al Consiglio di Stato ,avverso all’autorizzazione rilasciata dall’ amministrazione dell’epoca, ha tutte le carte in regola per proseguire il suo cammino costruttivo.
La cosa allucinante è che la stessa società può continuare indisturbata nella sua opera eradicando gli ulivi presenti con il consenso autorizzativo dell’allora dirigente regionale all’ecologia Luca Limongelli , possibile prossimo commissario al progetto condotta sottomarina ndr, che ha dato, all’epoca dei fatti, l’approvazione per poter abbattere gli ulivi secolari con il solo consiglio di “ Evitare il più possibile l’abbattimento di alberi, prevedendo la possibilità che gli esemplari che ricadono su suolo da edificare possano essere trapiantati in loco”.
Quindi nessun obbligo imposto dal dirigente ma soprattutto dalla nostra amministrazione che attraverso l’assessore all’ambiente Mino Natalizio, su delega dell’allora Sindaco Antonio Vaglio, sottoscrisse in sede regionale un accordo di programma attuativo per il progetto So.vi.va con il presidente della regione, in epoca dei fatti, Niky Vendola . Un progetto che prevede 204 mini appartamenti su due livelli , oltre numerose strutture accessorie , piscine , campi da tennis , reception, ristoranti, discoteca , centro benessere e altro ancora dislocati su circa sei ettari e mezzo di territorio e circa 60 mila metri/cubi di edificato.
Passando di seguito al progetto sotto osservazione in questi giorni “Oasi la Sarparea” dopo la presentazione presso l’Oasi Quattro Colonne avvenuta poche ore fa alla presenza di invitati appartenenti alla pubblica amministrazione , alla stampa e alle associazioni politiche e ambientaliste locali che ha già ottenuto in ogni modo il lasciapassare dalla regione si nota un attacco meno invasivo per l’ambiente circostante rispetto al disegno presentato in precedenza che inglobava gli ulivi tra le abitazioni e aveva un volume tecnico pari a circa 130mila metri cubi bocciato dalla Sopraintendenza ai beni culturali e dalla regione Puglia nonostante i pareri positivi degli uffici amministrativi neritini.
La riduzione delle volumetrie costruttive ridimensionate a circa 90 mila metri cubi e la diversa ubicazione delle abitazioni non più immerse negli ulivi lascia spazio a una volontà maggiore di salvaguardare l’esistente e proteggerlo dall’incuria e dalla distruzione. Questa prima impressione comunque ci lascia sempre guardinghi e attenti sulle furberie possibili e sempre in agguato presenti in quasi tutti i complessi costruttivi. Occorre sancire e accertare dei punti fermi inossidabili e non modificabili nel tempo con varianti successive all’approvazione del progetto definitivo per poter avere la certezza che le frasi dette e sottoscritte rimangano tali.
Questa paura e poca tranquillità nasce dalle mezze ammissioni ascoltate in sede di presentazione in cui si parla di un disegno di massima ,che ancora non prevede un accordo di programma risolutivo, a sostegno della volontà di non abbattere alcun ulivo presente al fine di preservare la struttura iniziale. Già nel corso del dibattito, però ,dopo le rassicuranti parole della proprietà , dei tecnici e dei supporter dell’opera alle prime domande sulle modalità di costruzione si lasciava spazio a ipotesi senza certezze e tra le righe si discuteva di possibili eradicazioni con successivo spostamento di qualche esemplare, contravvenendo tra l’altro con queste proposte esistenti in pianta alla decisione della delibera di giunta regionale del 26 luglio 2016 n° 1173, sentito il parere espresso dalla commissione regionale degli ulivi che ha verificato l’esistenza di oltre il 60% di ulivi di carattere monumentale e quindi la stessa zona , come previsto dalla legge regionale 14/07, può essere di fatto considerata un blocco monumentale e pertanto accorpamento arboreo indivisibile.
La poca chiarezza poi sullo svolgersi dei lavori di maggiore impatto invasivo come possono essere collegamenti fognari, elettrici e idrici , per non parlare poi della viabilità lascia aperta questa ferita che non vede, al momento, alcuna soluzione curativa. Inoltre a coloro che oggi si oppongono con le bandiere dell’ambientalismo, condivisibile in generale ma inattuabile al momento, vogliamo solo ricordare che non si possono criticare i proprietari di terreni sui quali le precedenti amministrazioni locali attraverso i piani di sviluppo territoriali hanno previsto delle zone edificabili.
Per cambiare il corso dello stato attuale occorrerebbe mettere mano al PUG cosa non facile nel breve tempo . Inversamente si potrebbe incidere in maniera decisiva e sicuramente migliorativa in sede di firma sull’accordo di programma per stabilire in maniera diretta le linee da imporre alla proprietà sulla scelta dei materiali sulla diminuzione delle opere cementizie a vantaggio di alternative compatibili con l’ambiente circostante e sulla realizzazione di strade con caratteristiche pedonabili , lasciando per quelle carrabili solo le vie di accesso principali.
Cosa aggiungere inoltre sul modo ambiguo in cui si muove la nostra amministrazione che sinora non ha espresso alcun giudizio in merito e delega agli uffici preposti le possibili obiezioni sulla documentazione presentata a palazzo ? Basterebbe ricordare loro di enumerare nelle file della giunta al governo vari condottieri che hanno contrastato per lunghi anni progetti simili che prevedevano lo stravolgimento e il consumo del territorio. Serve pensare forse che si siano resi conto che le lotte portate avanti nel corso anni erano del tutto prive di fondamento?
Altro non si può sostenere nel momento in cui l’assessore con delega all’ambiente De Tuglie rimane in perenne letargo quando si affrontano temi che riguardano la sua materia. La sua esperienza e le sue lotte mal si configurano con le assenze e i silenzi odierni. Mutismi continui i quali non solo lasciano allibiti i cittadini ma hanno fatto giungere un commissario che deciderà di costruire la condotta sottomarina mentre in altri luoghi a noi vicini si portano avanti progetti suffragati dai tecnici della regione , dell’ AQP e dal presidente Emiliano oltre che dalle componenti cittadine che si sono opposte con forza e non con le sole affermazioni verbali all’inquinamento certo del loro mare. Sembra quasi che dopo la sbornia dovuta alle continue esaltazioni degli ultimi sette mesi ci si risvegli oggi con la consapevolezza di non essere capaci di affrontare situazioni più grandi delle loro capacità amministrative . E’ necessario un bagno di umiltà , fare un passo indietro e ammettere le proprie colpe in questo periodo di assenza continua per le questioni più importanti che ricadono sul nostro territorio.
Perchè è impensabile che cittadini che hanno appoggiato il loro credo e il loro programma dopo solo sette mesi dall’insediamento se lo ritrovino capovolto con approvazioni di progetti tanto combattuti in precedenza.
La coerenza dovrebbe essere scritta in maniera indelebile nel lessico di ogni buon amministratore. Mellone e De Tuglie rimaniamo ancora una volta in attesa di risposte chiare e precise che non diano adito a falsi intendimenti.