Centro storico fulcro di interesse comune la bellezza in luogo unta di storicità riconducibili ad opere che parlano da sole ,dal passato traiamo prove per giustificare l’idea di turismo indotto per un’urbanizzazione che cattura per lungo e per largo europei e non solo con un denominatore comune : Amare Nardò e il suo centro storico. Sarà un costume dei tempi? Sarà che il Salento e in particolare Nardò sia un luogo accogliente dove ora l’immobile obiettivo per facoltosi,stranieri, che si possono permettere di sborsare denari a iosa per ruderi pronti a risuscitare dall’oblio a cui sono stati relegati?

Amare Nardò nel suo fascino barocco mutevole che rincorre il tempo scandito dai raggi del Sole ,additivo per far splendere il dorato racchiuso dalla pietra calcarea docile tra mani sapienti e simbolo di ostentazione di ricchezze e poteri ormai scomparsi. Alchimia che cattura chi ha scelto di vivere in una città difficile dove l’individualismo cronico la vince sull’idea di bene comune, dove la politica dei crocicchi e del machiavellico pressapochismo ha dettato le sorti, molte volte nefaste, di una comunità da tempo anestetizzata.

Contrasti che convivono a riprova della ciclicità storica in centro racconta quando piazza San.Antonio era un ghetto ebraico e la coabitazione era la norma con regole dettata dal buon senso.

Ora piazza San.Antonio langue nell’oblio con la sua veste nuova quasi in contrasto con l’imponente opera della facciata della chiesa o del chiostro a cui il santo si fregia la paternità ,manufatto terreno eseguito ad arte da uomini devoti. Langue in un abbandono dettato dal disinteresse di renderla fruibile solo a un manipolo di teppistelli a cui le frustrazioni armano mani intrise di ozio votate a deturpare un bene comune.

Una bellezza da rendere fruibile (?), tanto da “aggiornarla a breve, riprova di idee in moto, con una segnaletica stradale dal costo di 2.360 euro  necessaria visto che l’attuale risale a una viabilità che non corrisponde più all’attuale stato dei luoghi e quindi da rifare. Presumibilmente l’assessore al ramo avrà intuito che paline verticali con variopinti cartelli di divieto,obbligo o prescrizioni erano equivoci dopo la realizzazione dell’opera? Come dire meglio tardi che mai!

Probabilmente altra sorte o utilità sono i tremila euro della videosorveglianza che dovrebbe servire come deterrente a scriteriati che in centro, a quanto pare, scorazzano senza azioni di prevenzione mirate che ricordiamo come più volte scritto su questa piattaforma sono palliativi, efficaci ma scardinati se a monte non c’è una programmazione non solo riconducibile a telecamere o dissuasori elettronici.

Ricorsi storici o latitanza,cronica, di creatività per andare oltre i luoghi comuni ?….