Non si sono spenti ancora i riflettori su un referendum che ha diviso l’Italia in due che già si cerca di dare un colore politico alla vittoria. Certamente da fuori guardando i personaggi coinvolti su i due fronti vengono i brividi al solo pensiero di dover dare meriti agli uni per il successo e agli altri per la sconfitta.

Appare chiaro agli osservatori più attenti che l’unica vera battaglia che si è svolta in questi mesi e’ quella combattuta dal popolo italiano che si è trovato di fronte un agguerrito esercito che ha assoldato tra i suoi ranghi avventurieri di ogni tipo dai politici rampanti ai banchieri che difendono i propri interessi, dalle soubrette all’ultima moda ai comici trasformati in pensatori , dai burocrati incalliti ai calciatori famosi, un intero mondo trasversale che ha sempre viaggiato, nella vita, a una velocità diversa rispetto a quella lenta e piena di fermate a cui sono soliti avanzare i comuni mortali che vivono a proprie spese la cruda realtà giornaliera.

 

In questo periodo ci è sembrato di rivivere la trama di un poema omerico in cui il casus belli è stato reso nobile dalla possibilità di rendere giustizia a un re per il rapimento subito della sua promessa sposa mentre in realtà la finalità meno blasonata della guerra era il predominio sullo stretto dei Dardanelli e sulle sponde orientali del Mar Mediterraneo.

Il governo Renziano infatti ha messo in campo tutte le arti affabulatorie a sua disposizione dai giornali alle televisioni , dai poeti ai commedianti, per farci credere che la sue vere intenzioni fossero di ridurre i costi della politica , eliminare gli enti inutili e velocizzare l’iter legislativo per stravolgere in senso dittatoriale la nostra Carta Costituzionale sino a ieri pontificata dagli stessi sostenitori del SI come la più bella del mondo.

Fortunatamente non tutti sono cascati in quest’inganno e il popolo sovrano con l’arma più potente del mondo , “la matita elettorale” è riuscito a frenare in tempo questo colpo di Stato. In questo giorno post elezione non si possono enumerare né vincitori né vinti è l’intera classe politica a uscirne sconfitta parchè oramai in seno a questa schiera di improvvisatori non esistono regole che rendano credibile la nobile arte a servizio del popolo la Politica con la P maiuscola , in quella attuale infatti , moralità , senso dell’onore e abbandono in caso di sconfitta non sembrano abitudini normali tali da essere accettate dai novelli De Gasperi .

Occorre un ritorno al passato è estremamente pericoloso ridare il potere in mano a pochi, le derive dittatoriali sono sempre dietro l’angolo e , come la storia insegna, persino rivoluzioni popolari perdono il loro approccio iniziale possono cambiare in poco tempo i loro obiettivi. Il nostro paese ha bisogno di una concertazione attiva che solo con il ritorno al proporzionale, con correttivi comunque necessari in confronto al vecchio modello sepolto con la prima Repubblica, potrà cercare di dare uno slancio per una ripresa forte nel nostro paese e si potrà ritornare a non essere trattati come umili servitori al tavolo delle trattative a Bruxelles.

Non desideriamo, ovviamente, trascurare la campagna referendaria cittadina ,a nostro modesto parere ,non si è risparmiata in profusione di risorse umane messe in campo per delucidare ai cittadini le ragioni del si e del no a un referendum costituzionale apparso fumoso addirittura a chi non fa colazione e merenda con la Costituzione.

Convegni, tavole rotonde sia da una parte che dall’altra hanno dato modo di esercitare quella democrazia partecipata quasi relegata nel dimenticatoio a completamento di un informazione generale erogata dai media nazionali più dettata dalle correnti che da un servizio pubblico oggettivo.

Meno costruttiva e utile le diatribe verbali, come da copione, di presunti “opinion_man”  degli agorà mediatici esasperanti nelle loro personali elucubrazioni dettate da uno smisurato e petulante presuntuosità che fa perdere di credibilità anche il loro sempliciotto “mi piace” a favore del Si o del No a secondo del diktat centrale.

Ora non resta che il grande e unico dilemma che il presidente della Repubblica, Mattarella, dovrà dipanare perchè le sue affermazioni pre elettorali erano e restano chiare: “...Dopo il voto occorre ricostruire insieme a prescindere la scelta per il Si o per il No…“; secondo noi in queste poche parole l’unità nazionale mai come ora appare attuale e sovrana sancita con la volontà del popolo italiano…