I comitati No scarico a mare della costa ionica hanno organizzato presso la sala consiliare del comune di Manduria, Giovedì 1 dicembre 2016 alle ore 18 un incontro con i sindaci e i consiglieri regionale per stilare un documento condiviso che chieda al presidente Michele Emiliano la variazione del Piano di Tutela delle Acque per avviare al più presto la costruzione di depuratori senza scarico in mare a tutela dell’ambiente costiero, delle spiagge e dei connessi interessi economici.
La Puglia ha l’obbligo di salvaguardare le risorse ambientali – territoriali intorno alle quali ruota l’intera economia regionale.
L’agricoltura , il turismo e l’industria agro-alimentare sono gli sbocchi naturali in cui le nuove imprenditorialità potrebbero investire per ottenere notevole sviluppo economico e creare un marchio affidabile per la qualità dei prodotti e le bellezze paesaggistiche da esportare nel mondo. Purtroppo, ancora oggi, nei ristretti circuiti decisionali, permangono politiche ambientali che si pongono in contrapposizione con i pareri attuali delle comunità scientifiche e che restano ferme su posizioni arcaiche e anacronistiche sicuramente non al passo dei tempi.
Un esempio di evidente errore di scelta è il convincimento della necessità improrogabile di mantenere lo sversamento dei reflui depurati in mare con conseguenze gravissime per l’habitat costiero e la fruibilità delle spiagge come abbondantemente riportato dalla stampa e dalle cronache giudiziarie in diverse località della nostra Regione. Il problema nonostante la significativa presa di posizione del presidente Emiliano, che ha affidato da tempo ad Aqp il compito di preparare un progetto alternativo, è ancora irrisolto e in una fase di stallo sia per il depuratore consortile di Avetrana – Manduria – Sava sia per i depuratori di Porto Cesareo e Nardò sinora l’unica certezza raggiunta è il collettamento dei reflui della marina cesarina verso il depuratore neritino.
La modifica del PTA è l’unica via perseguibile per ovviare a queste posizioni rigide che si soffermano sulle normative vigenti oramai superate per le sopravvenute necessità di ripascimento della falda acquifera per frenare il processo di desertificazione già in atto nel nostro territorio. Il professore Mario Del Prete, consulente tecnico dei comitati NO scarico a mare, intervistato da Rtm news, lancia un appello ai cittadini , ai comitati e ai sindaci delle zone interessate affinchè si crei un fronte comune per ribadire l’esigenza di salvaguardare il mare . E’ importante, continua a ribadire, che si evidenzi questa volontà di intenti per poter creare una pressione popolare verso i politici interessati, per farli valutare, con estrema attenzione, le posizioni che dovranno prendere, nel breve periodo, per questo grosso problema da risolvere al più presto.
Questa urgenza è obbligatoria soprattutto in virtù del convegno che si è svolto a Porto Cesareo 11 Novembre in cui l’onorevole Massa del Pd ha riportato, dal punto di vista giuridico, la decisione presa dal Tar nei confronti del territorio di Manduria in cui si esprimeva in sede di giudizio che l’unica strada percorribile stante le attuali normative è quella dello scarico a mare pur non escludendo la possibilità del riutilizzo dei reflui in agricoltura. Posizione ripresa anche dal consigliere regionale Abaterusso che ha confermato che la Regione è ostaggio dei territori e l’unica strada da percorrere per superare queste diatribe infinite è quella di richiedere l’intervento immediato di un commissario che superi le parti in causa e imponga i lavori secondo le normative attuali senza attendere che le stesse vengano modificate.
Inoltre ,come se non bastassero questi punti di vista contrari, entrambi i relatori precisavano che la scelta delle trincee drenanti è già stata giudicata non attuabile perchè soluzione non idonea secondo studi riportati otto anni orsono da Aqp con tecnici qualificati del settore. In virtù di queste affermazioni che contrastano con la volontà espressa da Emiliano di non sversare nemmeno una goccia di reflui in mare e il commissariamento, chiesto a gran voce, all’orizzonte occorre appoggiare senza tentennamenti e con decisione il Professore Mario Del Prete e i comitati NO scarico a mare che cercano di mettere un freno a questi disegni che intendono rovinare il nostro territorio. La città di Nardò dovrà far sentire la sua presenza con i cittadini, i comitati e le istituzioni per condividere con Manduria la causa comune al fine di allontanare le nubi cariche di pioggia che si intravedono all’orizzonte.
Questo è l’unico modo per fare chiarezza senza attendere invano una soluzione che molti ostacolano celandosi dietro leggi e studi che sconsigliano di intraprendere la via disegnata dalla stessa. E’ solo una sconfitta annunciata attendere nel limbo senza combattere per ottenere un cambiamento basilare, come il PTA, che renda attuabili progetti che possano prevedere recapiti finali alternativi al mare. La disfatta di tutto l’arco ionico salentino sarà sancita con la nomina del commissario auspicato da coloro che remano contro le risoluzioni che non prevedano una condotta sottomarina .
Per evitare che questa tragedia si consumi è obbligatorio ribadire il nostro No allo scarico a mare in tutte le sedi istituzionali insieme con i comitati di Avetrana – Manduria e il loro consulente tecnico prof. Del Prete iniziando da giovedì 1 Dicembre a Manduria nell’incontro tra i consiglieri regionali Morgante e Turco e i sindaci di Manduria, Avetrana, Maruggio, Torricella, Fragagnano e l’assessore De Tuglie di Nardò che hanno già dato conferma di presenza e si spera, nel frattempo, che anche gli inviti rivolti al sindaco di Nardò , Porto Cesareo, Francavilla, Gallipoli, Pulsano e al consigliere regionale Casili vengano presi in considerazione, perchè solo attraverso la coesione si potranno ottenere risultati positivi in questa dura lotta dove non c’è alcuna certezza di vittoria.