Nella serata di ieri 25 novembre sono stati programmati, nella nostra città, due eventi in occasione della giornata “contro la violenza sulle donne”.Sicuramente una scelta poco felice, data l’importanza delle due manifestazioni, per l’accavallarsi dei palinsesti e per aver obbligato i cittadini a dover fare una scelta inopportuna. Sono stati enormemente penalizzati , infatti , coloro che hanno deciso di presenziare a entrambe le rappresentazioni perchè hanno vissuto nell’ansia, con continue occhiate all’orologio, il tempo che sarebbe dovuto essere dedicato alla riflessione e al piacere dell’ascolto.“Scateniamoci”, il primo , programmato dall’associazione Archeoclub Terra d’ Arneo con la collaborazione attiva del movimento cittadino “Le donne per le donne” durato l’intero mese di novembre , ha visto il suo epilogo ieri nel chiostro di S. Antonio.

 

La portavoce dei gruppi ispiratori la dottoressa Antonietta Martignano dopo aver spiegato ai numerosi presenti le iniziative messe in atto nel periodo in questione ha lasciato la parola alla criminologa Diana Papaleo che attraverso la presentazione del libro di Valentina Perrone “Un caffè in ghiaccio con latte di mandorla” , presente in sala, ha fatto emergere, con i racconti narrati nel romanzo, il coraggio delle protagoniste che nonostante le avversità incontrate nella loro vita riescono a rialzarsi e a riscattarsi nel mondo sociale. Quel caffè amaro che si mescola sino a diventare dolce ribadisce le situazioni poco gradevoli che il vissuto ha riservato alle donne ,descritte nel testo, che grazie alla loro tenacia sono riuscite a riemergere dal baratro in cui erano sprofondate e a riassaporare le gioie negate sino a quel momento nella loro esistenza .

Toccante ed emozionante il flash mob teatrale messo in atto dalle organizzatrici abili a captare le sensazioni della sala rendendo i presenti attori inaspettati e ambasciatori consapevoli di un rifiuto totale verso ogni tipo di violenza in special modo se rivolta contro persone deboli che non sono in grado di difendersi.

Drammatica infine la testimonianza di Patrizia , che svela la sua storia di donna che ha subito per lungo tempo la violenza di un folle, di cui era innamorata, che ha condizionato la sua quotidianità riempiendo di paure le sue ore e il suo agire giornaliero . Emblematica questa vicenda realmente vissuta perchè fa comprendere ai partecipanti come la forza del condizionamento psicologico supera, a volte , anche la violenza nel senso più crudo della parola. E’ impensabile credere che una donna abile nella difesa personale e bodyguard di professione possa aver timore di un uomo tanto da farle trasformare il suo aspetto fisico.

Questa sua decisione è stata ponderata perchè l’unica volta che quell’essere spregevole è riuscito ad avere la meglio su di lei è stata quando l’ha afferrata da dietro per i lunghi capelli facendole sbattere il capo ripetutamente con forza sul frigorifero della cucina di casa.

Da questa violenza è maturata la decisione di tagliarsi i capelli per non dargli modo di approfittare, ancora una volta, di un suo punto di debolezza.

Di episodi altrettanto forti è costellata l’intera narrazione ma il punto fondamentale di questo discorso è che l’uomo in questione, denunciato più volte, non è il classico disadattato che sfoga le proprie frustrazioni su esseri più deboli ma è un rappresentate delle forze dell’ordine che non solo, una volta denunciato, non viene allontanato dal proprio incarico ma viene, come spesso accade per senso di corporativismo, dopo una prima apparente nota di demerito reintegrato nelle proprie funzioni.

Fatto allarmante che ci darà in seguito modo di ricollegarci nell’immediato al secondo evento da trattare. In una società in cui i rappresentanti della legalità dovrebbero garantire la sicurezza del cittadino come continuare a porre fiducia nelle istituzioni se tra questi palazzi si annidano mostri che arrivano a minacciare una mamma ,se non fosse stata in grado di assecondare lo stile di vita a lei imposto, di far del male al proprio figlio?

L’indignazione maggiore poi sorge dal fatto che venuto alla luce e documentato con prove schiaccianti inequivocabili questo atteggiamento psicopatico, la società non porti a compimento atti concreti per togliere dalle sue mani un’ arma che, in altre occasioni con la sua mente malata, potrebbe realmente utilizzare per uccidere qualcuno.

Tema questo affrontato in modo egregio nel successivo evento, anch’esso patrocinato dall’amministrazione, che si è svolto nel teatro comunale di Nardò a cura della comunità militante di Andare Oltre che ha adoperato la presentazione del libro “Le lupe” di Flavia Perina per far conoscere da vicino la realtà cittadina e il sindaco Pippi Mellone alla giornalista e scrittrice che per prima ha parlato di Nardò sulla stampa nazionale evidenziando i cambiamenti in atto nella città presa come esempio.

In questo racconto al femminile le donne si muovono sulla scena con eleganza e sobrietà senza per questo abbandonare la fermezza, da sempre caratteristica rosa, nel lottare contro le ingiustizie. Nel racconto che si inerpica tra verità reali e verità narrative vengono descritti degli episodi in cui le protagoniste partendo da diverse posizioni convergono su un unico tema comune “la giustizia istituzionalizzata”.

Quella verità che dovrebbe essere oggettiva, da far riaffiorare attraverso le figure incaricate al ritrovamento delle prove, è offuscata dai personaggi coinvolti che, con l’ausilio complice della politica e delle istituzioni che desiderano coprire le colpe piuttosto che farle emergere, tendono a nascondere gli esecutori e i mandati dell’omicidio del figlio di Flaminia figura principe del racconto.

“Scateniamoci” e la presentazione del libro di Flavia Perina “Le Lupe” sostanzialmente sono apparsi come due avvenimenti legati da un unico filo conduttore “la violenza” che spesso non è contrastata con mezzi efficaci perchè non si vogliono far emergere le figure dei veri colpevoli.

Una verità distorta che ha origini e radici oramai profonde nella nostra società in cui gli organi di stampa e i media preposti a far venire a galla realtà sommerse spesso si rendono complici di questi silenzi e sostengono tesi e ribadiscono atteggiamenti che creano confusione e frustrazione nei soggetti che leggono o ascoltano le loro conclusioni.

In questo momento storico ci sembra di riesumare, dai cassetti impolverati, vecchie cinematografie da Istituto Luce o leggere articoli della Pravda sovietica tanto è il distacco dei mezzi di comunicazione dalla socialità che ci circonda. Speriamo che il popolo riesca quanto prima a risvegliarsi dal torpore in cui languidamente si è adagiato da tempo e insorga per porre rimedio al più presto a questa dittatura oramai evidente e non più celata.

In conclusione tornando agli eventi considerati “ Scateniamoci” ha messo in risalto le capacità e le idee innovative che arrivano dai giovani che hanno esternato attraverso la loro freschezza mentale la voglia di affrontare tematiche difficili proponendo risoluzioni efficaci.

“Le Lupe” ha sollevato, attraverso l’esperienza provata di Flavia Perina e degli interlocutori che si sono succeduti , dei momenti di acuta riflessione con sguardi rivolti al passato per rendere comprensibile il presente .

Scegliere tra l’idea giovane e la saggezza un impresa ardua speriamo che in futuro gli organizzatori non creino questi inutili dualismi che penalizzano di fatto due magnifiche realtà. Un plauso dovuto a chi ha messo in campo questi due splenditi momenti.