La recente notizia della risoluzione per gravi inadempienze contrattuali che l’amministrazione comunale ha deciso di applicare verso la ditta appaltatrice dei parcheggi a pagamento di Nardò ha reso felici gran parte dei cittadini ma nel contempo ha generato una perdita di posti di lavoro per gli ausiliari che erano alle dipendenze dei gestori. Immediata, come prassi consolidata, la replica dei tanti detrattori delle iniziative messe in campo dal nuovo governo che risiede a Palazzo Personè che chiedono a gran voce il ripristino immediato di questo balzello tanto odioso quanto poco adeguato alle reali esigenze cittadine.
La giustificazione espressa dall’iniziativa intrapresa è quella di venire incontro ai bisogni occupazionali dei lavoratori nel frattempo licenziati e non creare così disagi alle famiglie coinvolte.
La lodevole presa di posizione trova un giusto freno di fronte al quantomeno poco accorto affidamento di un servizio pubblico così importante per la viabilità locale con un contratto privo di limiti e imposizioni verso chi gestiva sino a ieri questo tipo di appalto.
Non dimentichiamo tra l’altro che chi ha reso possibile questo servizio poco adeguato sono gli stessi che oggi criticano l’operato dell’attuale amministrazione sulle decisioni prese, che di fatto ha eliminato con tempestività un servizio vessatorio nei confronti dell’intera comunità.
Disseminare senza una necessità effettiva i famelici stalli in zone distanti da quelle di maggiore viabilità ha generato tra i cittadini proteste diffuse oltre che una evidente difficoltà nel reperire parcheggi che non siano passibili di sanzione immediata .
E’ fuori di dubbio comunque che lasciare alla mercé degli automobilisti indisciplinati e con poco senso civico l’uso dei luoghi di parcheggio per periodi medio lunghi in zone che necessitano di un ricambio continuo di fermate brevi sicuramente origina maggiori inconvenienti che l’uso moderato di strisce blu.
Allora come trovare un giusto compromesso che metta d’accordo le diverse esigenze degli automobilisti , dei residenti, dei lavoratori e dei commercianti?
Una strada percorribile è quella di trovare un’ intesa che non penalizzi eccessivamente gli automobilisti ma che generi la consapevolezza della necessità di una regolamentazione che non sia eccessiva e opprimente.
A chi non è capitato di dover scendere dall’auto per acquistare un panino o prendere un caffè e non avere in tasca gli spiccioli utili da inserire nelle famigerate macchinette?
Spesso si sceglie di rinunciare al caffè o di cambiare negozio per preferire un esercizio collocato in una zona diversa non sottoposta a controlli.
Gli incauti quasi sempre si sono ritrovati in incresciose situazioni dove anche un delizioso caffè ha riservato ai malcapitati un retrogusto assai amaro dovuto alla sanzione ritrovata al proprio ritorno.
Per superare questi ostacoli che fanno nascere spesso tra gli automobilisti atteggiamenti di rabbia e tra i commercianti lo sconforto di veder diminuire i propri introiti occorre rivedere il metodo utilizzato per stabilire la tariffa di sosta.
Una proposta sarebbe quella di attuare una tolleranza , nelle vie di maggior traffico, stabilita da un mezzo di controllo come il disco orario, di almeno 10 minuti in cui la singola fermata sia usufruibile senza tariffa. Naturalmente se questa flessibilità fosse disattesa la sanzione sarebbe più che giustificata e inappellabile.
Inoltre per rendere più digeribile per coloro che abitano nelle vicinanze di queste linee mal sopportate e soprattutto per quelli che hanno l’abitudine di utilizzare molto spesso la soste in più punti cittadini sarebbe più adatto stabilire un abbonamento mensile che non obblighi gli utilizzatori a essere alla continua ricerca di monete, dei punti di erogazione ticket e di dover vivere costantemente nel terrore ritrovare una multa sul cruscotto della propria auto per un semplice ritardo.
Solo con questi accorgimenti un pagamento odioso potrebbe diventare in qualche modo accettabile per l’ intera comunità.
Discorso a parte e molto più ampio andrebbe rivolto sui metodi di affidamento in appalto a ditte esterne, con l’ottica riversa sui profitti , di servizi che si occupano di esigenze sociali.
Queste aziende non sono adatte a perseguire un percorso di crescita cittadina che ogni impegno di carattere sociale dovrebbe assolvere.
Per questa ragione vista anche la crisi occupazionale che pervade la nostra cittadina e le continue migrazioni dei nostri giovani e meno giovani verso mete che possano garantire un minimo sostentamento, sarebbe opportuno approfittare di questo provvedimento di revoca dell’appalto rivolto verso la ditta che ha avuto in cura i parcheggi cittadini per creare un’opportunità occupazionale sia per gli addetti rimasti senza lavoro che per altre persone che hanno la necessità di garantirsi un minimo sostentamento.
Le cooperative sociali sono lo strumento adatto per eliminare le logiche di profitto e guardare in modo particolare alla funzione di sviluppo lavorativo per i soci e per le persone svantaggiate che possono usufruire di queste possibilità.
Affidare ad un’ impresa senza scopo di lucro i lavori che sino ad oggi sono stati appaltati da soggetti che non hanno svolto in maniera adeguata la propria funzione in ambito sociale sarebbe un successo per l’amministrazione e un’occasione occupazionale per i tanti disoccupati neritini attraverso l’impegno in questo tipo di lavoro sociale.
Non dimenticando inoltre che queste organizzazioni a scopo mutualistico danno un notevole spazio al volontariato evitando così di disperdere le tante risorse utili al benessere comune presenti sul nostro territorio.
A volte da ciò che al primo sguardo potrebbe apparire un danno possono sorgere idee per ottenere soluzioni migliori.
Giriamo la nostra proposta all’amministrazione cittadina.