Pochi giorni fa, a Nardò, dopo 13 anni dalla chiusura del frequentatissimo e richiestissimo reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale, è nato un bimbo in emergenza in uno Studio medico privato.Tutti hanno gioito alla notizia dell’avvenimento, ma se ciò fosse finito in tragedia, chi avrebbe pagato le conseguenze?
Avrebbero inquisito la dottoressa per un eventuale comportamento non protocollare? Avrebbero messo in discussione i tempi di intervento del 118 e delle autoambulanze giunte sul posto? Avrebbero indagato sul fatto che, per la maggior parte dei casi, arrivano prima le autoambulanze non medicalizzate e poi in extremis (forse) quelle medicalizzate?
Certamente non avrebbero messo in discussione il Piano Ospedaliero attuale, che è invece ricco di contraddizioni e di errori, perché a stilarlo è solo la bieca politica e non l’interesse del cittadino.
Nessuno più considera che, nel 2002, fu inflitto un ingiusto colpo di mano nei confronti dell’Ospedale di Nardò, dimezzando i posti letto, nonostante la sua alta produttività
Come si fa a non rendersi conto che i servizi ospedalieri, in primis, vanno collocati nei centri abitati più popolosi e dove il territorio e le infrastrutture lo richiedono inconfutabilmente?
L’Amministrazione comunale di Nardò dovrebbe chiedere, con forza, di sapere come si ha intenzione di collocare i circa 2.800 posti letto, che spettano alla provincia di Lecce e nel frattempo dovrebbe chiedere, con forza, che a Nardò vengano portati i servizi ospedalieri per fronteggiare le urgenze e le emergenze, lasciando da parte i contentini e le false promesse, orientate verso i servizi ambulatoriali.
Con tanti giochi di parole, tesi a confondere le idee della gente, parlano di Poliambulatorio, di Presidio territoriale, di Punto di Primo Intervento, di Distretto socio-sanitario, di ….. , sottintendendo un’unica parola: IMBROGLIO!
Negli ultimi giorni, hanno concordato di trasformare una decina di posti letto di Lungodegenza (servizio ospedaliero), in una trentina di posti letto di RSA (leggasi “ospizio”), come se fosse un successo e non ci si preoccupa, invece, che in Regione è stato nominato un pool di “saggi” che sta rivedendo l’ultimo Piano di Riordino del presidente Emiliano, bocciato dal Ministero. L’Amministrazione comunale dovrebbe essere più presente ed incisiva su tutto ciò.
Nardò non ha bisogno di servizi ambulatoriali, che peraltro ha sempre avuto nella sede di piazza della Croce Rossa, ma ha bisogno di un ospedale per fronteggiare i casi urgenti, senza aspettare che la nascita domiciliare di un altro bimbo possa finire in tragedia.
Dov’è finito il Servizio Sanitario Nazionale di qualche anno fa, invidiato in tutto il mondo e che oggi si sta distruggendo per l’incompetenza dei nostri politici?
Pensate che, nonostante le continue denunce per la mancanza dei Certificati di Agibilità negli ospedali della Provincia, oggi ancora sprovvisti, nessuno è stato inquisito!
DIFENDIAMO IL NOSTRO TERRITORIO
Francesco Antico