Dalle notizie apparse sui pamphlet ostili all’attuale Amministrazione ,estremi compresi ,è possibile ricavarne il dato inequivocabile del persistere di una relazione complicata con il collegio dei revisori dei conti da parte del Governo della Città. Come molti ricorderanno, si è, recentemente, passati da un criterio di selezione dei revisori nominativo all’estrazione (sorteggio) da un elenco nel quale possono essere inseriti, a richiesta, i soggetti iscritti, a livello regionale, nel registro dei revisori legali di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010 n. 39, nonché gli iscritti all’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili ( comma 25 dell’articolo 16 del D.L. 138/11 – convertito nella L. 148/11) .
Se le trascorse esperienze amministrative, sulle quali il nostro Giornale si è in più occasioni soffermato hanno visto giocare un ruolo secondario quando non del tutto inutile i revisori dei conti; si veda tra tutte, la vicenda triste ed irrisolta dello scandalo della Farmacia Comunale, ma anche l’affaire So.vi.va e tanti altri; a leggere il verbale dei nuovi revisori ci sembra che il salto di qualità tanto sperato collegato al nuovo metodo di selezione sia ben al di là da venire.
Curioso annotare ,da un attenta lettura e da una visione di insieme delle vicende, come la interpretazione dei fatti viene meno a quelle premesse deontologiche che un informazione oggettiva dovrebbe (il condizionale lo usiamo ad hoc!) divulgare a un lettore che qualcuno crede (a torto) ancorato a un clientelismo stucchevole. Ancora peggio la strumentalizzazione per mano di quel pressapochismo politico in cerca di scoop non scoop ma fortemente manipolato da scoop,un pastrocchio degno di una sceneggiatura napoletana.
Allora, le domande da porsi o da porci, sono sempre le stesse? Chi controlla il controllore?
Questi revisori dei conti sono adatti a svolgere nell’interesse generale un ruolo così delicato ed importante quale quello demandatoli dalla legge. Non per criticare lo stile editoriale altrui, ma un Giornale, che si rispetti se intende fare informazione vera e non trasformarsi in organo di partito e/o di parte, avrebbe l’obbligo di approfondire, studiare, vagliare ed interpretare le notizie che riceve e ove ne sussistano i presupposti di sollevare critiche e giudizi negativi anche rispetto ad atti e/o fatti riferibili ad Organi istituzionali o altre fonti più o meno autorevoli.
L’esercizio che vi proponiamo, con questo articolo è proprio questo, un’analisi del verbale del Collegio dei Revisori, che, apparentemente, o quanto meno per il tenore letterale sembra mettere al muro l’attuale Amministrazione, colpevole di avere commesso gravissime irregolarità e di aver violato in modo altrettanto palese e grave importanti leggi, compromettendo a quanto pare la stabilità economica del bilancio comunale.
Diciamo che, come biglietto di presentazione ed auguri di buon lavoro per la nuova Amministrazione,i revisori hanno scelto il modo peggiore alimentando forti dubbi sulla propria imparzialità, obiettività e diligenza per le ragioni che tenteremo di sottolineare. Infatti, alla severità dei giudizi espressi nel proprio verbale non corrisponde altrettanto rigore delle motivazioni, che, anzi, sembrano salvo nostra errata interpretazione mancare del tutto.
Sempre continuando l’esercizio, siamo andati a prenderci i documenti contestati dai revisori, a partire dal documento del Nucleo di Valutazione, facilmente scaricabile on line.
Dalla lettura di quest’ultimo atto presupposto della delibera di Giunta n. 316 che dalla stessa delibera è possibile dedurre che il saldo economico-finanziario del fondo dei dirigenti resta invariato ossia che la rimodulazione organizzativa delle aree dirigenziali, disposta dalla Giunta non comporta aumento di spesa, così come l’istituto del c.d. “scavalco” di una posizione dirigenziale condivisa con un altro ente non rientra tra le possibilità vietate dalla legge, come confermato da una autorevole deliberazione della Corte dei Conti sezione autonomie.
Il verbale del Nucleo di Valutazione non solo evidenzia il metodo seguito dai componenti del Nucleo ma motiva espressamente le ragioni di attribuzione dei punteggi in base ai criteri previsti da una delibera di Giunta adottata dalla precedente amministrazione, da tanto discende che “la ripesatura delle aree dirigenziali” ha seguito un iter logico e risultati numerici di facile verifica.
Ora da quanto appena detto è evidente che i Revisori, del resto lo scrivono loro stessi nel verbale, non avendo letto tale documento, siano caduti nell’errore di valutazione e magari è capitato, sempre colpa del caso, che, siccome, lo stesso giorno della loro riunione si svolgeva un Consiglio comunale, questo benedetto verbale del Nucleo di Valutazione non fosse di immediata reperibilità, sempre ammettendo che si possa giustificare nel 2016 l’impossibilità di accedere al sito del Comune per scaricare il documento così come abbiamo fatto noi.
Ecco, la domanda da porsi e da porci è appunto: perché tanta fretta di chiudere un verbale così ostile all’Amministrazione senza completare le opportune verifiche e senza accertarsi della esattezza delle proprie conclusioni?
Il TUEL e tutti i codici di comportamento professionali impongono nello svolgimento dell’incarico un approccio di buona fede e di collaborazione da parte di chiunque operi a qualsiasi titolo con una amministrazione pubblica, per non parlare della diligenza tecnica richiesta per lo specifico mandato, di fatto, presa a calci da tanta superficialità.
Ci pare, evidente, invece, che nella brutta pagina appena esaminata questa collaborazione manchi del tutto lasciando spazi a qualcosa di imperscrutabile, che profuma tanto di ostilità e quindi di parzialità.
Se così dovesse essere sarebbe auspicabile che qualcuno metta Nardò al riparo, nella migliore delle ipotesi, da professionisti poco diligenti e, nella peggiore, da giochi e trame oscure .