Lo strappo di un manifesto è sempre e comunque, se per mano nota o ignota , un atto deplorevole. Un gesto che preclude ogni dialogo o meglio ogni contradditorio democratico quando opinioni,idee e interessi cozzano in una comunità appena scampata da una campagna elettorale, dove vincitori e vinti si separano da una manciata di voti.

Non nascondiamo lo stupore assistendo sui social alla crisi di nervi di chi ha perso l’apparente smalto propositivo ,un tantino spinto, sostenuto in brache di tela dal sostantivo femminile “bella” . Sostantivo manipolato a specchio per le allodole,elettorali, che a iosa sono cadute nella rete di un gioco astuto ma poco avvezzo con la cornucopia.

 

Deplorevole assistere al dispendio di energie solo e soltanto per ribattere sotto rete una palla ad effetto di difficile presa. Deplorevole leggere commenti e opinioni che inneggiano alla pura e mera povertà intellettuale di chi prima di queste elezioni era considerato superiore alla media dell’intellighenzia cittadina.

“Facebook_ioni” presi troppo sul serio; millantatori o presunti “simulator_fantozziani” che scimmiottando sulla tastiera erigono, quotidianamente, cattedrali nel deserto nell’indifferenza collettiva, convinti che le parole, le loro, inneschino terremoti … Poveretti, è imbarazzante disilluderli!