Altro giro, stessa piazza, altra figuretta. In sostanza sembrerebbe si segua l’iniziativa flop di Risi ed del suo PD. Il Polo dei Moderati scivola sulla presenza come dire “impopolare” all’elettorato neritino di alcuni, vedi Frasca e Maglio, due facce della stessa medaglia, con Fracella a fare il gioco delle tre carte.

 

Del resto ancora più allarmante è pensare che il candidato sindaco Vaglio abbia tra i primi pensieri mattutini quello di chiedere al Frasca “che abito indossare”, essendo a tutti noto il pessimo gusto del Mino locale per l’abbigliamento.

Naturalmente l’imminente tornata elettorale potrebbe anche portare in dono una Nardò spurgata da tali maestranze del fare politica, attente al momento per lo più ad evitare le pallottole di fuoco amico.

Interessante e speranzoso è sicuramente il ritorno di Raffaele Fitto, con commenti positivi tra la folla, ed ottimi gli interventi dei big veri, apprezzatissima la figura del presidente della provincia Antonio Gabellone, “persona perbene e trasversalmente  molto stimata a Nardò”.

Gli autoctoni dal canto loro, per quanto commentato dal popolo, in ritirata al primo fiato di bocca, avrebbero forse fatto meglio a starsene a casa!

La presenza di alcuni degli amministratori uscenti, ormai ex ed improbabilmente futuri eletti, risulta infatti decisamente fuori luogo ed inopportuna.

Senza ombra di dubbio l’assenza di qualche figura di alto profilo è stata notata dalla gente e forse Vaglio farebbe bene a stare attento a non perdere pezzi importanti e autorevoli della sua coalizione.

Non mancano le frecciatine d’ordinanza agli avversari, altro sprovveduto scivolone degli intervenuti ex componenti di quella maggioranza che ha trascorso l’ultima amministrazione sostanzialmente da separati in casa.

Il candidato sindaco sembrerebbe non riuscire a tenere a bada il gregge, qualche pastore e qualche inconsapevole redivivo forse di troppo?

La gente ha fame e vorrebbe ascoltare cose concrete, programmi attuabili, trasparenza e chiarezza, merce rara, però,  di questi tempi.  Ribaltando un vecchio adagio democristiano i presenti, escluse ovviamente le mezze tacche, avranno pensato una volta presa contezza dello spettacolo imbarazzante “Piazze Vuote, urne piene”.

Di fatti tolti i candidati, i politici e i soliti noti, al comizio finale ci saranno state al massimo qualche centinaio di persone, uno spettacolo riservato solo a pochi intimi amici come si evincerebbe dalla foto.

Del resto, in conclusione si sa che “Il politico è un acrobata: si mantiene in equilibrio dicendo l’opposto di quel che fa” e forse sperare che sotto non ci sia la rete e chiedere troppa grazia!