Nel leggere la Gazzetta di oggi,(Gazzetta del Mezzogiorno del 12 aprile 2016, cronaca Lecce provincia pag. VIII) come osservatore della cosa pubblica e soprattutto come cittadino provo un certo imbarazzo. E’ fuor di dubbio che l’articolo in questione è una pubblicazione, tal quale, di una “velina di Palazzo” , in quanto, le informazioni omesse sono tante e di assoluta importanza e comunque risulta senza dubbio carente di approfondimenti e riscontri . In particolare, si dà atto di un risultato che, purtroppo, per tutti noi e specie per i diretti interessati e ben lungi dall’essere conseguito, l’affidamento delle concessioni demaniali per la realizzazione di stabilimenti balneari.

 

La realtà fattuale ci presenta un quadro diverso, le sfumature di grigio prevalgono sui colori accesi che la nota in questione sembrerebbe privilegiare, con una certa enfasi narrativa.

Vero è, infatti, che il Comune di Nardò ha perso al Tar tutti i ricorsi contro il piano coste, “sprecando” soldi in incarichi esterni per oltre 40.000 euro.

Vero è che il piano comunale delle coste, è ben lungi dal ritenersi perfezionato ed utile allo scopo prefissato, non fosse altro che, il Comune non ha ancora riscontrato le osservazioni dei privati e salvo essere smentiti, il piano di che trattasi non è stato inviato all’Ufficio Competente della Regione per l’approvazione, come prescritto dalla nuova legge regionale 17 del 2015.

Non bisogna essere esperti di diritto urbanistico per comprendere che le ragioni appena enunciate postulano una palese illegittimità della procedura decantata nell’articolo e, il giornalista si è guardato bene, tra l’altro, dal citare le note critiche della Regione Puglia pervenute, presso i competenti uffici la scorsa estate, proprio sul tema bandi e più in generale Piano delle coste.

Inoltre, per quanto la valutazione comparativa dei progetti, sia di per sé uno strumento di selezione interessante, così come la narrazione enfatica sui criteri di valutazione, che hanno portato l’esaminatore a scegliere questo progetto anziché quest’altro, dubbi significativi permangono circa la legittimità della scelta monocratica della commissione di valutazione.

Insomma, al di là dell’enfasi quasi propagandistica dell’articolista non ci sembra di essere di fronte ad un primo risultato utile, ma forse più, dinanzi all’ennesima speranza tradita.

Volendo credere per un momento soltanto, ragionando per assurdo, che nessuno degli aspiranti concessionari esclusi farà ricorso al provvedimento sarà una bella sfida per i vincitori delle concessioni ottenere i permessi necessari in tempo per iniziare la stagione estiva ormai alle porte.

Per ovvie ragioni e per non rattristare troppo i colori del quadro appena disegnato, ho evitato di ricordare le problematiche varie: su incompatibilità, conflitti e presunti abusi consumati nel corso di questi lunghi 5 anni proprio sul tema del piano delle coste e affidamento delle concessioni balneari…

Per cui sgombrata la propaganda, resta la realtà, che purtroppo non fa sconti a nessuno tranne ai politici protagonisti di questa brutta pagina di politica e che hanno la faccia tosta di ripresentarsi magari per continuare il non lavoro fatto….