Anche Paolo Giuri prende una posizione ferma e pone delle domande che su questa testata giornalistica a più riprese abbiamo ampiamente documentato come, in ordine tempo, quel silenzio assordante dell’attuale assessore all’ambiente del comune di Nardò, avv. Francesca De Pace, che il 24 febbraio all’audizione della commissione ambiente alla regione Puglia non replicò alle dichiarazioni poco gratificanti dell’assessore all’ambiente della regione Puglia Santorsola sul caso della discarica di Nardò … Aspettiamo con attenzione il programma elettorale dei candidati sindaci, invitandoli a esporre ai nostri microfoni ,chiaramente e senza fronzoli, i proponimenti , buoni, per la discarica di Castellino … (N.d.r)  

 

Nardò, 26 marzo- “Shh!Pochi rumori, questa falda genera tumori”, questo il testo dello striscione affisso da CasaPound Italia nei pressi della discarica di Castellino, per porre l’attenzione sui risultati di alcune analisi condotte dall’Arpa Puglia nei pozzi spia a valle del sito, che hanno rilevato la presenza di arsenico nell’acqua, sostanza altamente cancerogena, in quantità maggiore a quelle che l’organismo umano può assumere senza effetti nocivi, e di nichel superiore ai limiti di legge.

 “La presenza di sostanze dannose per la salute nell’acqua dei pozzi locali era già stata rilevata qualche anno fa e nessuna delle autorità preposte si è attivata per risolvere il problema. I protagonisti della politica cittadina, troppo presi a bisticciare per delle poltrone e delle porzioni di potere, non hanno disposto nessun intervento per la messa in sicurezza della discarica, esponendo i cittadini a danni alla salute ancora non quantificabili”, è quanto dichiara Pierpaolo Giuri, referente locale di CasaPound Italia. ”I numerosi politici locali complici dell’inquinamento della falda acquifera, nonostante abbiano ampiamente tradito la fiducia della città, ora affollano le liste elettorali nascondendosi in liste civiche per dissimulare discontinuità con il loro passato torbido, che vorrebbero forse celare e far dimenticare”.

“Ad oggi – continua il referente di Cpi – il costo per gli interventi di bonifica sembrerebbe ammontare a circa 5 milioni di euro, costi che sono oggetto di un continuo rimbalzo di competenze su chi dovrebbe sostenerli, tutto ciò mentre tanti cittadini si ammalano nel disinteresse abietto delle istituzioni”.

“Pretendiamo che questa vergognosa situazione – conclude Giuri – sia risolta nel minor tempo possibile. Mettere in pericolo la salute dei propri cittadini è scevro di ogni eticità e ogni scusa. Continueremo, insieme alle associazioni ambientaliste neretine che negli anni hanno denunciato il problema, a monitorare la situazione fino alla soluzione definitiva delle criticità”.