Concorso del 2001 per assumere 2 dipendenti comunali. Quando lo tirano fuori dal cassetto? Oggi, dopo 15 anni, a 2 mesi dalle elezioni. La decisione da parte della Giunta di procedere, (tenetevi forte), al “rapido” completamento della procedura di concorso, avviato nel 2001 per la selezione di due istruttori amministrativi, declina un tentativo “risibile” di strumentalizzare la posizione apicale amministrativa per biechi ritorni elettorali.
Per quanto prevedibili Risi e i suoi, in relazione a quanto visto in questi lunghissimi 4 anni di cattiva amministrazione, non perdono occasioni di superarsi in pratiche di malgoverno, che calpestano i principi di buon andamento ed efficienza amministrativa, presidiati prima di tutto dalla nostra Costituzione.
Appare utile ricordare, prima di tutto a noi stessi che, in modo ricorrente il Legislatore ad es. all’ art. 89 comma 3 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, Testo unico degli enti locali, all’art.35 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n.165 fissa tra i principi regolatori delle selezioni pubbliche l’economicità e la celerità di espletamento dei concorsi.
Dal bando di concorso acceso nel 2001 è praticamente cambiato il mondo e a Nardò, che in quanto ad originalità non si è mai fatto mancare nulla; si è, addirittura, pensato di sfruttare il ritardo e le proprie incapacità organizzative per sfoltire la lunga lista dei concorrenti (700 candidati), tanto è vero che lo scritto, quale prima prova selettiva, si è tenuto dopo “appena” sette anni decapitando oltre i 2/3 dei candidati.
Qualcuno (furbetto) avrà pensato che, dei 200 candidati sopravvissuti, a distanza di 8 anni dallo scritto, tra ritiri, bocciati e varie, riaprendo la procedura non più di 100 si presenteranno a sostenere l’ultima prova facilitando la commissione nel compito di selezionare i 2 fortunati.
L’enorme tempo decorso basterebbe di per sé a considerare quasi uno scherzo l’ennesima iniziativa di una amministrazione comunale allo sbando; se non fosse, però, che tra poco più di tre mesi si vota ed il pericolo di un uso non conforme della platea dei concorrenti all’ambito posto fisso da parte di quale Caporale dei consensi dell’attuale maggioranza è tutt’altro che da escludere.
Si sa la precarietà ed il bisogno rappresentano il terreno preferito per i professionisti della promessa e della raccomandazione, che nel corso degli anni, buon per loro, rimanendo impuniti hanno dato prova di aver conseguito qualche successo importante. Viene facile a noi mal pensanti immaginare che si tratti di un modo per “ammaliare” centinaia di famiglie affascinate dal posto fisso di cui Checco Zalone ha fatto un totem.
Inoltre, non ci piace affatto, che la prima Presidente della commissione dimessosi nel 2011, sia stata sostituita solo ora a distanza di cinque anni e ancor meno ci piace che, a ricoprirne il ruolo sia la Responsabile della prevenzione della corruzione, che in qualità di garante del sistema dei controlli del Comune, viene chiamata ad assumere scelte discrezionali, che compromettono di fatto l’autonomia ed indipendenza richiesta dall’altro ruolo recentemente assegnatole e per il quale di recente in più occasioni abbiamo espresso più di qualche riserva.
In ogni caso, ancora una volta, la coperta ci sembra troppo corta e comunque la si sposti lascia scoperti forti dubbi sul rispetto dei principi di legalità, trasparenza ed efficienza amministrativa. Insomma, la solita pagliacciata in perfetto stile Risi. Per fortuna il suo contratto di lavoro è a termine ed in scadenza.
Pippi Mellone
Candidato Sindaco
Alleanza per il Cambiamento