Dopo tante sollecitazioni ecco il Regolamento per lo svolgimento di un referendum consultivo. E ci sono 2 norme anti referendum sulla condotta “sapientemente” preparate dai signori della maggioranza per boicottare la consultazione referendaria richiesta da circa 3.500 cittadini!

 

Nella giornata di lunedì 5 ottobre si è svolta la Commissione per la Modifica dello Statuto e dei Regolamenti più volte richiesta dal sottoscritto. Nel nostro Comune, infatti, nonostante il riferimento nello Statuto, manca una disciplina vera e propria per lo svolgimento del referendum. Mai nessuno, infatti, aveva raccolto le 3.000 firme, pari al 10% dell’elettorato attivo (2.952 per la precisione), necessarie per richiedere l’indizione di un referendum consultivo.

Andare Oltre, col supporto di altri movimenti, è riuscita invece nell’impresa di raccogliere oltre 3.000 firme per richiedere lo svolgimento di un referendum sulla tanto avversata condotta che scaricherebbe nel mare neretino la merda di Porto Cesareo.

Dopo un’estate di attesa, tra controlli, autentiche delle firme, certosinamente passate al vaglio degli Uffici, e protocolli sottoscritti in queste ore dal “ducetto” di Palazzo Personè, ecco la bozza di Regolamento approntata dalla maggioranza. E ci sono 2 norme per impedire lo svolgimento del referendum da noi richiesto e calpestare la volontà di 3.500 cittadini! Una vergogna antidemocratica figlia della cultura stalinista del sindaco pro tempore!

Due norme che grazie ai numeri bulgari della maggioranza frutto di accordi, accordicchi, patti e alleanze, i signori della maggioranza potranno approvare tranquillamente potendo contare su 18 consiglieri su 25 (in attesa di allargamenti della maggioranza) in Assise.

All’art. 2, comma 2, lettera d, si prevede infatti che:”Non sono ammessi referendum che riguardino materie sulle quali il Consiglio comunale debba esprimersi in vista di finanziamenti non surrogabili”. In realtà, nel caso di specie, al di lá delle chiacchiere da bar di Risi e i Suoi, di finanziamenti e di soldi nemmeno l’ombra. Finora, infatti, è stato sottoscritto solo un Protocollo d’Intesa non vincolante. Lo stesso strumento giuridico usato per l’Ospedale con gli esiti funerei che tutti conoscono. Ecco spiegata la fregola del segretario del sindaco che, resosi conto del pastrocchio, ha prontamente chiesto la sottoscrizione di un Accordo di Programma vincolante. Per calpestare la volontà del Popolo occorre fare le cose per bene e quelli cresciuti alle Frattocchie (la scuola dei comunisti italiani) per queste cose sono maestri…

Ma non basta. Un secondo passaggio ad hoc è stato inserito dai “Padri costituenti di regime” per calpestare la volontà del Popolo. All’art. 2. comma 3, è previsto infatti che: “Non può essere presentata richiesta di referendum nei 6 mesi antecedenti alla scadenza del Consiglio comunale. Ove presentata il sindaco la dichiara irricevibile”!

Peccato che la nostra richiesta sia datata 9 luglio e che il consiglio comunale scadrà ufficialmente il prossimo 15 maggio. I mesi che separano la presentazione dell’istanza dal voto sono, quindi, oltre 10… Qui insomma hanno esagerato. Assegnando il potere di dichiarare irricevibile la richiesta al sindaco, uomo di parte, hanno poi completato il “capolavoro”.
Insomma, due norme anti referendum messe appunto da signori che hanno l’unica preoccupazione di calpestare la volontà popolare e decidere d’imperio dei destini e del Futuro della nostra Terra. Una concezione antidemocratica che la dice lunga sulla cultura totalitaria del sindaco e dei suoi uomini.
Daremo battaglia in Commissione e Consiglio comunale per impedire questo ennesimo scippo ai danni della democrazia, della nostra gente e del Popolo neretino rivolgendoci alla Magistratura e al Prefetto per denunciare il furto ai danni della volontà popolare. 3.500 cittadini hanno chiesto di esprimersi. Decine di attivisti e militanti sono stati impegnati giorno e notte nella raccolta delle firme.

Per loro e per rispetto del loro lavoro, oltre che della volontà popolare, metteremo in campo ogni strumento regolamentare per impedire che venga approvato un Regolamento folle che vincolerebbe anche le generazioni future che volessero servirsi dello strumento referendario.

Mai ci saremmo aspettati che i signori della maggioranza si spingessero cosi in basso per difendere un’opera tanto impopolare. Sanno bene cosa ne pensi la gente in merito e non vogliono farla esprimere per paura della volontà popolare e di un’ondata che li travolgerebbe. Ma evidentemente gli interessi in ballo sono enormi.

Pippi MelloneConsigliere comunale

Maria Grazia SoderoAndare Oltre