Si dibatte su più fronti istituzionali la questione della nuova legge per riconoscere il reato di omicidio stradale. Non possiamo esimerci dal porci le dovute domande sull’utilità d’inserire, nel codice della strada, una sanzione che consideriamo severa e necessaria ?. Testimoni odierni, nostro malgrado, di una recrudescenza esponenziale di incidenti dove le cause sono da relegare nello stato psicofisico del conducente e nell’abbattimento di quelle norme di buon senso prima di mettersi alla guida di un autoveicolo,consapevoli di non essere idonei a farlo?. Norme e leggi a riguardo sino ad oggi non hanno garantito la diminuzione o il controllo circoscritto di questo increscioso e tragico fenomeno. Ancora una volta siamo tutti vittime di un sistema che non garantisce dei risultati accettabili e certi(!)

Il pericolo è dietro l’angolo come direbbe uno zelante istruttore di guida, ma arrivare a diventare se stessi dei pericoli imminenti la situazione sta diventando onerosa. Gravosa per le spese che la comunità deve affrontare nel fare fronte agli effetti collaterali di tale comportamento, menomazioni permanenti, decessi ecc.

In sostanza ogni sinistro mortale ha dei costi in vite umane ed economiche di sicuro rilievo per una comunità che ha,inoltre, un arteria stradale capillare e ad alto flusso di traffico, quindi soggetta più di altri ad una frequenza di sinistri dalle conseguenze rilevanti!

L’Europa,dal canto suo, non ha mai abbassato la guardia verso questo serio problema ponendosi, con le sue campagne di sensibilizzazione a tema, al centro di un indotto mediatico che lascia poco margine alla disinformazione, sensibilizzando gli stati membri ad essere più incisivi in merito.

E in Italia?

Non c’è la certezza della pena in Italia, o meglio sdoganando un termine improprio possiamo affermare che sino a ieri chi ammazzava qualcuno sotto l’effetto di alcool o droga alla guida era immune da considerarsi un reato penale a tutti l’effetti. Un paradosso !

Vittime di un sistema garantista anche di fronte all’evidenza dei fatti. Un sistema fermo ad un concetto generalista della fatalità e mai pronto a riconoscere nella intenzionalità di procurare il danno.

A questo proposito portiamo a conoscenza l’esempio della vicina Svizzera. Dal primo gennaio 2014 il codice della strada elvetico si è dotato del reato di :pirata della strada. Con questo termine si definisce tutti i reati in cui si riscontrano i comportamenti alla guida con condizioni fisiche alterate e da un imprudenza oltre misura.

Quindi il caso elvetico rispecchia un modus operandi della certezza della pena come causa ed effetto di azioni contro la comunità .

Da noi la strada se pur aperta pare ancora tortuosa ma forse i tempi sono maturi per garantire pena certa a chi non rispetta se stesso e gli altri ?…