È indirizzata a «On. Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia, Ufficio Presidenza Regione Puglia, Angela Barbanente, Assessore – Qualità del territorio, Silvia Godelli, assessore Mediterraneo, Cultura, Turismo, Guglielmo Minervini, Assessore Protezione civile Fabrizio Nardoni, Assessore Risorse agroalimentari, Caccia e pesca Lorenzo Nicastro, Assessore Qualità dell’ambiente, Ecologia, Ciclo Rifiuti e Bonifica, Rischio Industriale». A questi destinatari il Consorzio di Torre Guaceto indirizza una petizione: «Chiediamo che la Regione Puglia blocchi lo scarico del depuratore di Carovigno, realizzando i lavori promessi di realizzazione di una condotta sottomarina a tutela della biodiversità di Torre Guaceto». La petizione è stata lanciata online ieri mattina dagli operatori del Consorzio dell’area protetta in territorio di Carovigno, il cui equilibrio è stato turbato nelle ultime settimane da una serie di vicende già all’attenzione della magistratura, delle quali diamo atto in questo articolo del 26 settembre scorso.

IL FRONTE GIUDIZIARIO – Il fronte giudiziario è duplice. Da una parte c’è il procedimento dinanzi al Tar Puglia, la cui prima udienza è fissata per l’8 ottobre prossimo, dall’altro l’inchiesta avviata dalla Procura di Brindisi dopo i recenti sopralluoghi del Corpo Forestale dello Stato e della Capitaneria di Porto, che hanno rilevato irregolarità amministrative e impiantistiche sugli scarichi a mare del depuratore gestito dall’Acquedotto Pugliese a Carovigno. In particolare, negli ultimi giorni, il pm brindisino incaricato dell’inchiesta, Antonio Costantini, ha inserito sette nomi nel fascicolo. Ai sette indagati – tra i quali ci sarebbero alcuni dirigenti dell’Acquedotto, è contestata la violazione di norme del Testo Unico ambientale.