Siamo favorevoli all’idea di uno o due porti turistici (partendo dallo studio di fattibilità redatto dall’Università del Salento) ad impatto ambientale sostenibile lungo la nostra costa neretina, ma contrari a mega progetti di strutture come quello presentato nei mesi scorsi dalla Nereo s.r.l. e bocciato sonoramente da Goletta Verde di Legambiente con l’attribuzione del vessillo della “bandiera nera” e su cui chiediamo al sindaco un pronunciamento politico di contrarietà chiaro ed inequivocabile!

Un progetto, tra l’altro, che con il “paravento” del Porto maschera, a nostro avviso, una vera e propria speculazione edilizia attraverso la realizzazione di una importante struttura turistico – ricettiva a pochi metri dal mare. La nostra convinzione è che se vogliamo un turismo di qualità sul territorio (che ha tutte le carte in regola per poterlo avere), oltre alla valorizzazione delle aree ambientalmente sensibili come il parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano che vanno prioritariamente tutelate e salvaguardate, dobbiamo assolutamente realizzare le strutture ricettive, stando attenti però a non compromettere irrimediabilmente quelle che sono le vere emergenze della nostra terra: siti archeologici, naturalistici e paesaggistici, che poi rappresentano il vero “attrattore” del turismo sostenibile a cui dovremmo puntare. Infatti, già in precedenza ci si è chiesto a cosa serva un mega porto se poi la richiesta di posti barca è crollata di quasi il 50%. Questo, senza contare che per realizzare una simile infrastruttura sarebbe necessario modificare il Decreto istitutivo dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo e di Nardò visto che lo stesso vieta categoricamente tali interventi. Possibilità difficile se non addirittura impossibile per progetti così impattanti. Per questo, sindaco, è nostro compito concentrarci su proposte concrete e fattibili sotto il profilo della sostenibilità ambientale come quella di realizzare (anche attraverso un bando che preveda manifestazioni di interesse) uno o due porticcioli turistici i cui siti potrebbero essere individuati in Santa Maria al Bagno nel tratto di mare prospiciente il “Parco Pinocchio” e la stessa S. Isidoro. In quest’ultimo caso, recuperando e quindi valorizzando le aree degradate, ma senza colate di cemento di quasi un chilometro proprio dentro mare (braccio foraneo che partendo da dietro l’impianto per molluschicoltora arriva quasi fino all’isolotto a ridosso della spiaggia) e, come detto, con strutture ricettive in riva allo stesso (come, invece, previsto nel progetto bocciato anche da Legambiente e da Professori Universitari del calibro di Ferdinando Boero e Simona Fraschetti). In questo modo si potranno soddisfare le esigenze di lavoro delle maestranze locali e dare sviluppo alla nostra terra senza creare “guasti ambientali” insanabili. Siamo convinti che così facendo Nardò avrà i suoi porticcioli turistici nel segno dello sviluppo e della sostenibilità con issate sopra le prestigiose bandiere delle “5 Vele” e non quella nera che, al contrario, rappresenta una macchia “infamante” per il nostro territorio.

 

X Partecipa – Riccardo Leuzzi

X Città Nuova – Ornella Polo

X Noi x Nardò – Mino Natalizio

I Consiglieri Comunali

Rocco Luci

Antonio Tiene