La nomina del responsabile anticorruzione al Comune di Nardò, fatta con decreto del sindaco Risi, ci lascia alquanto perplessi, e per diversi motivi. Un decreto con il quale il primo cittadino pare voler uscire dall’imbarazzante situazione creata dalla “dimenticanza” del Segretario Generale, avv. Giuseppe Leopizzi.
Da ieri, quindi, vi è una nuova responsabile anticorruzione, alla quale dobbiamo augurare un buon lavoro nella certezza che saprà certamente far rispettare le rigide regole che regolano la materia, così come splendidamente enucleate dal DLgs 33/2013.
Siamo sicuri non saranno più perpetrate pratiche vietate (fin dal 2002) quali proroghe di contratti scaduti o in scadenza. Magari il nuovo responsabile ci potrà illuminare sul suo operato in merito, e su quello dei suoi colleghi.
E siamo altrettanto sicuri che rispetterà, con particolare attenzione, la previsione che tutti gli incarichi dati ai dipendenti (ed ai dirigenti, non dimentichiamolo) siano preventivamente autorizzati (altrimenti sarà necessario attivare le dovute denunce al MEF ed alla Corte dei Conti e richiedere agli smemorati, a quanto pare di moda nel Comune di Nardò, di restituire gli emolumenti).
Garantirà sicuramente che tutti gli emolumenti siano pubblicati sul sito del Comune (anche gli incarichi ricevuti dalle Procure e dai Ministeri)… vigileremo.
Ma non dimenticherà neanche il rispetto delle procedure e delle tempistiche imposte per legge né adeguati, pubblicizzati e controllati criteri di scelta per gli affidamenti dei servizi. Perché, è bene ricordarlo, il responsabile anticorruzione ha una grande responsabilità essendo il baluardo della legalità, nella primaria sua consapevolezza che la responsabilità disciplinare che potrebbe derivare dalle eventuali “dimenticanze” sarebbero deleterie per la sua carriera.
Ma veniamo alle perplessità maggiori. La legge n. 190/12 (nota ai più come legge Severino) sul punto è chiara. All’ art. 1 comma 7 prevede che sia il segretario comunale a dover ricoprire il ruolo di responsabile della prevenzione della Corruzione, mentre scelte differenti necessitano di adeguate motivazioni che, in questo circostanza, ci sembrano alquanto lacunose.
In ogni caso il soggetto incaricato dovrebbe poter agire in condizioni di autonomia ed indipendenza.
L’ANAC, già da marzo 2015, ha corroborato questa interpretazione, evidenziando, tra l’altro, che il Responsabile della prevenzione della corruzione, anche quando a ricoprirlo è il Segretario Generale, non può rivestire, anche, la qualifica di responsabile di un’area organizzativa con posizione apicale quando la stessa corrisponde a settori tradizionalmente esposti al rischio corruzione es. ufficio contratti, finanze e patrimonio.
Questo indirizzo sembrerebbe essere stato totalmente disatteso dal nostro Sindaco con l’affidamento dell’incarico alla D.ssa Castrignanò, dirigente, evidentemente, di uno dei settori, astrattamente, più esposti al rischio di corruzione (patrimonio – finanze – risorse umane). Vedremo come andrà a finire questo nuovo capitolo…
Intanto, nella prossima riunione della Commissione Garanzia e Controllo, avrò il piacere di ascoltare il nuovo Responsabile della prevenzione della Corruzione su tante vicende scabrose che hanno caratterizzato il quinquennio Risi, ad es. Farmacia Comunale dove una serie di controlli dovuti da parte della area finanze del Comune avrebbero potuto evitare o contenere il disastro subito dalla partecipata del Comune.
Ne vedremo delle belle, sulla trasparenza si continua a sbagliare #larivoluzionestaarrivando.
Pippi Mellone
Presidente VII Commissione
Controllo e Garanzia